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Cronaca
07.12.2018 - 15:170

Quando a fare i concorsi di bellezza sono le mucche. Matthias Vitali svela i "segreti" per vincerli: "La preparazione conta quanto nello sport"

Intervista all'allevatore di Olivone, proprietario di alcune bovine vincitrici di prestigiosi concorsi: "Dopo tre-quattro mesi dalla nascita si capisce se un animale è portato per le esibizioni"

OLIVONE – Se esiste un animale più emblematico di altri per gli svizzeri è, senza ombra di dubbio, la mucca. Un animale che il Ticino, però, sembra trascurare. O almeno, gli allevatori di mucche nel nostro Cantone sono “pochi ma buoni”, per dirla con parole di Matthias Vitali, membro di comitato del Gruppo Giovani Allevatori e proprietario di alcune bovine vincitrici di prestigiosi concorsi di bellezza per mucche.

E proprio per valorizzare le mucche nostrane, il Gruppo Giovani Allevatori ha organizzato sabato scorso a Olivone un evento a tema su come si svolge la preparazione di mucche di razza Bruna a una mostra zootecnica di bestiame giovane.

“Il Ticino – spiega Vitali a Liberatv – non dà molta importanza ai concorsi di bellezza per le mucche. Per questo motivo abbiamo pensato di avvicinare i giovani allevatori a questo genere di eventi. In più, considerato il modesto numero di partecipanti, ne abbiamo approfittato per fare la selezione delle cinque mucche ticinesi (più una di riserva) che parteciperanno a un concorso nei Grigioni il prossimo mese di febbraio”.

Ai meno esperti Matthias ha spiegato “l’importanza del foraggio, del modo di camminare delle bestie, dell’aspetto estetico e come prepararsi al giorno della mostra. In molti credono che una mucca vada preparata solo il giorno prima del concorso. Non è affatto così”.

“Infatti – continua –, l’animale deve essere in preparazione tutto l’anno. Faccio sempre l’esempio degli sportivi: non posso giocare una finale di Champions League se non sono allenato. Ecco, la preparazione in questo contesto conta quanto nello sport".

Ma come va curata una mucca che deve partecipare a un concorso di bellezza? “Il discorso non è tanto distante da quello che riguarda le sfilate degli esseri umani. A una mucca va curato il pelo. Bisogna tosarla e lavarla con frequenza. È importantissima anche l’alimentazione. Infatti, per vincere una mucca non deve essere né troppo magra né troppo grassa. Sembra una cosa semplice, ma vi posso garantire che non è così”.

Secondo l’esperto è forse “l’impegno che l’allevamento richiede ad aver allontanato la popolazione ticinese dalle mucche. I giovani non hanno più voglia di investire il proprio tempo in attività di questo genere. Ma è un grandissimo peccato, perché le soddisfazioni che si ottengono sono qualcosa di indiscrevibile. Inoltre, i bovini allevati in Ticino sono, il più delle volte, di ottima qualità. È un dispiacere andare alle manifestazioni oltre Gottardo e vedere solo una decina di mucche provenienti dal nostro Cantone mentre, per esempio, da Lucerna ne arrivano una cinquantina”.

“Con il Gruppo Giovani Allevatori – dichiara con fierezza Vitali –, nel nostro piccolo, stiamo cercando cercando di motivare le nuove generazioni. E, dobbiamo dirlo, anche con discreti risultati”.

Tornando ai concorsi di bellezza delle mucche, l’allevatore di Olivone ci spiega che “non sono fine a sé stessi. I concorsi sono un mezzo preziosissimo per valorizzare l’animale. La mucca vincitrice di un concorso, così come la madre o la sua piccola vitella, ha ovviamente un valore più alto di un’altra in termini economici".

Abbiamo chiesto a Matthias se esiste un metodo più efficace di altri per aumentare le possibilità di vincere un concorso. E un modo “scientifico” non sembra esistere. “Bisogna tenere in considerazione più aspetti. Si capisce nel giro di tre-quattro mesi dalla nascita se una è portata per partecipare alla gare di bellezza o meno. Una volta individuata sarebbe meglio separarla dalle altre e avere per lei un occhio di riguardo, soprattutto nel foraggiamento. Tendenzialmente, ai concorsi partecipano le manzette che ancora non hanno partorito perché, il più delle volte, la mammella è penalizzante. In caso di mammella bella grande, invece, il discorso cambia completamente...”.

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