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Cronaca
03.05.2019 - 18:310
Aggiornamento: 06.05.2019 - 07:49

Marco Chiesa racconta l’incontro con Roberto Fico: "Caro presidente, adesso tiriamo in gol. Inaccettabile che dopo un anno tutti i problemi siano rimasti irrisolti"

Il presidente della delegazione Svizzera per i rapporti con il Parlamento italiano a Roma per un incontro istituzionale: "Con l'arrivo della nuova ambasciatrice le cose potrebbero cambiare..."

ROMA – Giornata speciale, quella di oggi, per il presidente della delegazione Svizzera per i rapporti con il Parlamento italiano Marco Chiesa. Assieme al suo vicepresidente Fabio Abate e la presidente del Consiglio Nazionale Marina Carobbio Guscetti, Chiesa ha incontrato a Roma il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico per tracciare il bilancio un anno dopo dalla riunione del maggio scorso.

Tanti i temi trattati dalla delegazione tra cui gli annosi dossier ancora senza risposte come “l’accordo sui frontalieri, l’accesso al mercato finanziario italiano, la blacklist italiana per le persone fisiche e il proseguimento a sud di Alptransit”.

“L’incontro – afferma Chiesa a Libertav – è avvenuto come sempre in un clima disteso e collaborativo. A Fico ho esplicitamente chiesto di ‘tirare in gol’. Il Ticino e l’Italia vivono in un paradosso: ci conosciamo bene, parliamo la stessa lingua, siamo due nazioni limitrofe, molti dei loro cittadini lavorano nel nostro Cantone, guardiamo gli stessi canali televisivi e condividiamo la radico della stessa cultura. Malgrado questi aspetti che dovrebbero avvicinarci, quelle due-tre cose da sistemare non riusciamo mai a risolverle. Questi incontri fanno bene, ma fanno bene solo se riusciamo a risolvere qualcosa. Se riusciamo a fare dei passi concreti in avanti...”.

Cosa è cambiato rispetto all’anno scorso? “364 giorni fa – racconta Chiesa –, Fico era da poco entrato in carica. Oggi l’ho trovato molto più preparato rispetto ad un anno fa e gli riconosco la buona volontà. A parte ciò si percepisce che differenze di vedute tra i pentastellati e i leghisti sono un ostacolo nella ricerca di soluzioni condivise”.

E ancora: “Lo sforzo che ci mettiamo in questi incontri istituzionali non vogliamo finisca in archivio come una semplice gita a Roma, ma auspichiamo che abbia delle conseguenze per il nostro Paese. Certo che affinché ciò avvenga è necessario rimboccarsi le maniche e talvolta masticare amaro".

Il presidente della delegazione Svizzera per i rapporti con il Parlamento italiano ha però la “netta sensazione che a Roma si sia cambiata marcia grazie all’arrivo sei mesi fa della nuova ambasciatrice per la Confederazione Svizzera in Italia Rita Adam”.

“È – prosegue il Consigliere Nazionale UDC – una persona molto determinata, propositiva e sempre sul pezzo. Dall’alto del suo metro e ottantacinque possiamo sentirci in buone mani, mi auguro che la passione che mette nel suo lavoro sfoci in un risultato positivo. Con lei vedo le premesse affinché a Roma si sblocchi qualcosa”.

Dopo tanto discutere, per Chiesa è arrivato il momento di passare ai fatti, anche se l’ombra delle elezioni europee, previste tra due settimane, potrebbe rallentare i lavori dalle parti di Roma. “Qui si respira l’aria pesante delle elezioni europee. Alcuni ipotizzano addirittura un nuovo cambiamento nella compagine governativa italiana dopo le elezioni. Questo per me è improbabile ma ciò che è certo è che se così fosse i nostri dossier rimarrebbero nuovamente al palo. Dalla sua, quindi, Fico aveva sì un orecchio teso a noi e ai nostri argomenti, ma l’altro era alla campagna elettorale e sui possibili cambiamenti dopo le europee”.

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