CRONACA
'Intervista confidenziale' con Enzo Iacchetti: "Vi racconto tutto, a patto che... I servizi di 'Striscia' su Lugano? Quelli intelligenti non si sono offesi"
L'attore, comico e conduttore televisivo come non lo avete mai visto sabato al Cinema Teatro di Chiasso. E sulle polemiche contro il tg satirico: "Non era il caso. Il Ticino ha sempre avuto un ottimo senso dell'umorismo..."

CHIASSO – Sabato 14 dicembre il Cinema Teatro di Chiasso si prepara ad ospitare un Enzo Iacchetti 'inedito', come non lo avete mai visto. Sì, perché l’attore, comico e conduttore televisivo italiano racconterà sé stesso e il mondo dello spettacolo attraverso storie, aneddoti, momenti di recitazione e musica. Il tutto con la complicità del fidato autore Giorgio Centamore, in chiave ironica e divertente e con la massima confidenzialità. “Intervista confidenziale”, questo il nome dello spettacolo, sarà infatti un momento in cui l'attore si apre al pubblico parlando di tutto il suo percorso: dalle prime esperienze televisive alla conduzione del tg satirico Striscia la Notizia portando il pubblico anche in una sorta di “dietro le quinte” del mondo dello spettacolo.

Con Iacchetti abbiamo scambiato due chiacchiere sul suo prossimo spettacolo, ma non solo…

Sabato sarà a Chiasso. Ci svela di più su “Intervista confidenziale”?

“Lo spettacolo di Chiasso è un’intervista che diventa uno spettacolo. Un’intervista che si basa su tutta la mia carriera da quando ero piccolo ad oggi. Sembra lunga, ma in verità si focalizzerà su alcuni temi importanti come la sudata gavetta e le prime esperienze il televisione. Il tutto raccontato in modo cabarettistico e ironico. Ci saranno domande alle quali risponderò in modo confidenziale, come suggerisce il titolo. Racconterò fatti e storie veri che non ho mai raccontato in radio, alla tele o ai giornali. Solo sabato a teatro si potranno conoscere determinate storie”.

Anche il pubblico sarà protagonista, vero?

“Sì, personalmente mi piace coinvolgere il pubblico. Potranno anche loro sottopormi delle domande. A patto che...”.

Che?

“Che i cellulari rimangano spenti…”.

Perché?

“Perché altrimenti non potrò dire la verità. Racconterò di tutto e di più e se ci saranno telefonini accesi non posso prendermi il rischio di beccarmi delle denunce o querele (ride ndr). Si chiama ‘Intervista confidenziale’ per un motivo...”.

Sentiva il bisogno di aprirsi così con il suo pubblico?

“Non ne sentivo il bisogno. L’ opportunità di andare a teatro è nata per caso e in maniera direi strana. Sono stato invitato a raccontare la mia carriera all’Università Cattolica di Milano. Sono stati i ragazzi a ‘condurre’ l’intervista e a ispirare questo show. Non sapevo di avere un potenziale narrativo così iconico e simpatico pur raccontando avvenimenti veritieri. Lì ho pensato che potesse essere un modo per parlare della mia carriera in una maniera diversa del solito ‘Enzino’”.

Una domanda al pubblico la anticipiamo: c'è qualcosa che non rifarebbe nella sua carriera?

“A dire la verità no. Sono contento di essere arrivato al successo tardi. Se arrivi giovane e non hai nessuno che ti vuole bene vicino è facile che la testa parta bruciando il successo e pure il talento. Io il mio successo l’ho costruito: sono arrivato a 39 anni a essere famoso e con quasi 20 di gavetta alle spalle. Diciamo che ho saputo affrontare bene il cambio drastico della vita. Bisogna sempre stare attenti a non perdersi nei meandri della brutta gente. Io ce l’ho fatta, anche se in molti hanno approfittato della mia reputazione e qualcuno mi ha anche rubato soldi”.

Vuole approfondire?

“Lo farò sabato. Per quello preferisco che cellulari e telecamere rimangano spenti”.

Cambiamo tema. Lei conduce Striscia la Notizia da parecchio tempo. Cosa ne pensa delle ‘incursioni’ ticinesi dell’inviata Rajae Bezzaz che tanto hanno fatto arrabbiare i ticinesi? (vedi articoli a corredo)

“Secondo me non era nemmeno il caso di creare delle polemiche. Il pubblico ticinese ha sempre avuto un ottimo senso dell’umorismo. Quando Striscia fa dei servizi e la risposta è “incazzosa”, allora non passa più l’ironia. Io credo che la parte intelligente della Svizzera e del Ticino non sia rimasta offesa”.

E la sua Italia come sta?

“Come vuole che stia. Vive così dal dopo guerra. I governi cadono, crescono, ricadono e ricrescono, ma alla fine chi lo prende sempre in quel posto sono sempre e solo i poveracci...”.

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