CRONACA
"Scandalo storico", le reazioni della stampa sull'acquisizione Credit Suisse
Nell'editoriale del Corriere del Ticino, Credit Suisse viene descritto come "un rottame radioattivo" che avrebbe potuto causare danni ancora peggiori

BERNA - “L’acquisizione della vergogna”, “scandalo storico”, “giornata disastrosa”: la stampa non le manda a dire riguardo all'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. Inoltre, “la fusione non sarà senza conseguenze per la piazza finanziaria elvetica che, dopo troppi errori, subisce un duro colpo al proprio orgoglio”, stimano i giornali.

Fra i quotidiani ticinesi, il Corriere del Ticino sottolinea che ancora una volta, come in un sequel di un film già visto quindici anni fa, l'intervento decisivo è quello della mano pubblica. Nell'editoriale, Credit Suisse viene descritto come un “rottame radioattivo” che avrebbe potuto causare danni ancora peggiori se lasciato alle intemperie del mercato.

La Regione, dal canto suo, cita Fabio Concato e parla di “domenica bestiale”. Il quotidiano evidenzia come la stessa banca che finanziò opere ciclopiche, tra le quali la galleria del San Gottardo, un secolo e mezzo dopo si è rovinata trafficando con gestori di hedge fund. Dubbi vengono poi sollevati sul fatto che una tale situazione - nonostante tutte le garanzie del caso - non si ripeta.

“È uno spreco sociale, economico e una vergogna politica per dei dirigenti troppo lenti ad agire”, scrive nel suo editoriale il capo della rubrica economica di Tribune de Genève e 24 Heures, Pierre Veya. Le autorità ci hanno messo troppo, a suo dire, a capire che “gli squali del mondo anglosassone” avrebbero imposto soluzioni radicali.

Troppi errori, tergiversazioni, mezze verità e goffaggine hanno avuto la meglio su un istituto leggendario, che ha perso la sola qualità non negoziabile per una banca: la fiducia, ha proseguito. Risultato: la Svizzera si ritrova oggi più piccola e torna a una sorta di normalità bancaria. “Non è la fine della storia, relativizziamo, ma uno schiaffo al suo orgoglio”.

Secondo Le Temps le autorità, ebbre di fiducia, non hanno dato seguito alle domande di estrazione della parte svizzera dell'attività, chiesta anche dagli azionisti. “L’attendismo” del quale hanno dato prova le autorità ha infine affossato Credit Suisse che “decisamente” non avrebbe dovuto cadere, deplora il quotidiano.

“La Svizzera ha dormito ben troppo a lungo mentre Credit Suisse scivolava occhi aperti verso la rovina”, rincara la dose il Blick. Il quotidiano si sorprende che le autorità, ma anche le altre banche, non abbiano reagito prima, forzando i protagonisti di questa débâcle a inventarsi una soluzione d'emergenza.

Per le testate di lingua tedesca del gruppo Tamedia si tratta semplicemente di uno “scandalo storico”. Confederazione, Finma e BNS si sono fatti schiacciare i piedi da UBS. Quest'ultima raccoglie tutti i benefici mentre clienti e collaboratori pagano il prezzo, si legge. Le misure prese dalla Confederazione gravano poi con un rischio di 9 miliardi sulle spalle dei contribuenti.

Bisogna attendersi “effetti collaterali”, conferma la Neue Zürcher Zeitung (NZZ), che descrive un giorno nero per la piazza finanziaria elvetica e i suoi numerosi impiegati. “La Svizzera si è certamente sbarazzata di una banca zombie - prosegue il giornale - ma si risveglia oggi con una banca mostro”, perché il bilancio totale di UBS è ormai quasi due volte più importante delle prestazioni economiche raggiunte in Svizzera.

Dure le critiche anche da parte di tutti i partiti svizzeri. Il copresidente del Partito socialista svizzero (PS) Céderic Wermuth è stato uno dei primi, nella serata di domenica, a commentare l’acquisizione da parte di UBS per miliardi di franchi, dicendosi "frustrato e arrabbiato”, perché “dalla crisi finanziaria del 2008 non è cambiato nulla, niente di niente!", scrive il consigliere nazionale argoviese su Twitter. “L’intero sistema finanziario  è malato e assurdo, e ora lo stato si permette ancora una volta di salvare tutti coloro che ci hanno sempre raccontato di essere grandi leader economici", conclude.

Secondo l'UDC la crisi di Credit Suisse è una conseguenza della "cattiva gestione portata avanti dal consociativismo PLR”, alla quale deve ora porre rimedio la popolazione svizzera mettendo mano al portafoglio. “Le difficoltà della banca sono il risultato di decisioni gestionali fatali. Invece di concentrarsi sulle sue attività svizzere di successo, l'istituto ha perseguito una strategia estera aggressiva”, affermano i democentristi in un comunicato.

Per il Centro, “l’operazione UBS-Credit Suisse è la migliore delle cattive soluzioni,  purtroppo necessaria per stabilizzare la fiducia nei mercati finanziari e proteggere l'economia svizzera”.

Il PLR dichiara che si tratta di “un giorno buio per la Svizzera”, tuttavia, “l’acquisizione era necessaria alla luce dei drammatici sviluppi degli ultimi giorni, per evitare un grave danno alla piazza finanziaria ed economica elvetica”. Secondo il partito vicino all'economia, la regolamentazione della piazza finanziaria deve essere riesaminata e modificata.

Per l’Associazione svizzera dei banchieri (ASB), l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS e le misure adottate dalla BNS e dalla FINMA sono “sensate, in quanto garantiscono la stabilità e calmano la situazione”. “La stabilità della piazza finanziaria è di importanza centrale per l'intera economia elvetica: l'operazione concede ai responsabili di CS il tempo necessario per l'imminente ristrutturazione e rafforza la fiducia dei clienti”.

Anche la codirettrice dell’Associazione svizzera degli impiegati di banca, Natalia Ferrara, è intervenuta con un commento rilasciato alla RSI. Il suo pensiero è rivolto alla sorte dei dipendenti dell’Istituto: “Purtroppo non ci sono ancora indicazioni sul personale, e questo non fa bene. È vero che bisogna preoccuparsi dei mercati, ma lunedì mattina le persone dovranno alzarsi per andare al lavoro. E mi chiedo con che spirito potranno farlo".

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