CRONACA
Gli autogestiti occupano le ex Scuole di Viganello
Alle 16 si terrà una assemblea per "confrontarci sulle necessità di spazio e su come questo stabile possa diventare una proposta collettiva di spazi altri fuori dalle logiche di controllo, di tempo e di mercificazione statale"

VIGANELLO - I Molinari ritornano alla carica, pochi giorni dopo la richiesta del CARP di predisporre nuove indagini sull'abbattimento dell'ex Macello, riaprendo di fatto il caso. Lo fanno annunciando di voler occupare le ex scuole di Viganello, al momento parrebbe solo per alcune ore.

In una lunga nota vengono spiegati i motivi e le azioni che saranno intraprese. "Abbiamo deciso di occupare l’ex stabile scolastico di Viganello perché una città che progetta cementificazione e speculazione attorno ai grandi poli dell’intrattenimento e del turismo, lascia colpevolmente deperire intere strutture scolastiche, mentre alloggia studenti e studentesse in container o situazioni scomode e provvisorie", si legge. "Per questo stabile è previsto l’abbattimento, con conseguente ricostruzione di un nuovo edificio a un centinaio di metri di distanza, con una spese superiore ai 20 milioni. Questo progetto – contestato da buona parte del vicinato - comporterebbe inoltre la distruzione dell’adiacente zona verde, tuttora utilizzata e vissuta dalla popolazione di
quartiere. Il tutto attraverso pianificazioni calate dall’alto, come nel recente caso della piazza di Molino Nuovo o di Besso e di altri quartieri popolari. Riutilizzare, ripensare, liberare gli innumerevoli edifici abbandonati di questa città significa anche lanciare un messaggio politico forte e alternativo a chi ritiene che la barca sia piena. E a chi militarizza le frontiere e prospetta la nuova apertura di campi, centri chiusi o di bunker per persone migranti o giovani in difficoltà, noi rispondiamo riaprendo una scuola".

"Non sappiamo se questo sarà il nostro approdo definitivo, non sappiamo se sarà approdo da condividere con altre realtà ma vogliamo riaprire la discussione sull’autogestione secondo le nostre modalità e a partire da questa occupazione", proseguono, "confrontandoci con la popolazione che ci vive, con le realtà che vorranno attraversarlo nei termini di rivendicazioni politiche e culturali definite sulla base di necessità collettive. Invitiamo tutt* a raggiungerci da sta sera o da domattina presto, per visitare lo spazio (passarci la giornata, la serata o la notte), capire le esigenze, parlare, giocare, o farsi semplicemente un giro. Dalle 08.00 colazione anti-sgombero; dalle 10.00 corso di danza africana, allenamento di boxe, giochi da tavola e chiacchiere sparse. Alle 13.00 pranzo popolare, dalle 14.00 partite di basket e calcio e alle 16.00 assemblea per confrontarci sulle necessità di spazio e su come questo stabile possa diventare una proposta collettiva di spazi altri fuori dalle logiche di controllo, di tempo e di mercificazione statale. Se hai attività da proporre durante la giornata vieni a condividerle!".

E se dovess esserci uno sgombero, definito dal CSOA "miope, perfetto esempio di incapacità di dialogo?" "Vi invitiamo comunque a raggiungerci e a solidarizzare con l’esigenza di spazi altri. Apriamo scuole contro chi fa del bunker la propria visione del mondo e continua ad annaspare sotto le macerie".

Nella lunga nota ci sono anche alcune righe dedicate alla riapertura del caso dell'ex Macello e alle dichiarazioni di Foletti, che smentiscono in toto. "Se a qualcuno dovessero insorgere i soliti pruriti, ricominci pure a grattarsi pensando a come insabbiare la nuova riapertura delle indagini sulla distruzione dell’ex macello e al fatto che da due anni a questa parte l’area giace in macerie, senza responsabili politici né materiali, ma soprattutto senza vita (umana) e senza progetti. Altro che “sprecare il lavoro fatto nei mesi scorsi per imbastire un discorso sulla cultura dal basso e la necessità di nuovi spazi”, come sostiene – depistando per l’ennesima volta con questioni che non c’entrano nulla! - il sindaco ad interim Foletti. La verità è che il municipio continua a falsificare e a “mentire sapendo di mentire”. Tanto più che da parte delle istituzioni non c’è mai stata nessuna volontà di trovare soluzioni: ancora una volta siamo noi a farlo, a togliergli dall’imbarazzo, proponendo alternative percorribili e ridando vita all’ennesimo spazio in disuso da anni. 

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