BELLINZONA - Abrogare la tassa di collegamento? No, è utile, perchè è un passaggio verso un obiettivo del Governo, ovvero ridurre il traffico di veicoli privati sulle strade puntando sul trasporto pubblico. Al contempo, va a finanziare proprio il potenziamento di quest'ultimo. Dunque, la misura va mantenuta: è la posizione del Consiglio di Stato in merito all'iniziativa popolare che ha raccolto quasi 16mila firme e porterà dunque i cittadini alle urne sul tema.
Si potrebbe dire che quella della tassa di collegamento è una storia pressochè infinita, tra votazioni, prese di posizione, proposte, controproposte, iniziative popolari. Prima ancora che la tassa vera e propria entri in vigore, ci si dovrà già confrontare alle urne su che cosa fare. "Il Consiglio di Stato sostiene fermamente l’applicazione della tassa di collegamento, già approvata dal popolo e riconfermata dal Parlamento ed è dell’avviso che con questa nuova iniziativa si calpesti la volontà popolare e si voglia abrogare una legge non ancora entrata in vigore e per la quale è oltretutto previsto un periodo di prova di 3 anni", si legge infatti in una nota riguardante la nuova iniziativa popolare.
A raccogliere firme è stato un comitato intepartitico, con la presenza di liberali, democentrsiti e rappresentanti del Centro, partito che si è sempre fatto sentire contro la tassa.
Per il Governo, la tassa serve a favorire "l’orientamento della domanda di mobilità (obiettivo primario della tassa) a favore dell’uso del trasporto pubblico, della mobilità lenta o più in generale di forme di spostamento alternative all’automobile ad uso singolo" e contestualmente "garantirà entrate per circa 20 milioni di franchi annui, vincolati alla copertura dei costi di gestione dell’offerta di trasporto pubblico".
Viene ricordato come, nel caso in cui venisse riversata sull'utente finale, a pagare sarebbero soprattutto i frontalieri, mentre senza di essa sarebbero solo i contribuenti ticinesi a pagare per il potenziamento della rete del trasporto pubblico.