BELLINZONA - Non si è fatta attendere molto la reazione dell’UDC alla decisione del Governo di respingere qualsiasi proposta di intervento per una riduzione del canone televisivo, che rimane dunque invariato a 355 franchi.
In un comunicato a firma del presidente Piero Marchesi, i democentristi ticinesi fanno sapere che la prospettiva descritta dal Consiglio di Stato, a seguito di una - dopotutto - lieve riduzione del budget a disposizione della SSR/RSI (come prevedeva l’iniziativa popolare “200 franchi bastano”) appare addirittura “caricaturale” e “volta unicamente a prendere le difese dell’azienda in modo del tutto acritico, senza affrontare il tema del servizio pubblico in modo ampio e costruttivo”.
L’UDC ricorda inoltre come a favore della suddetta iniziativa fossero state raccolte la cifra record di 30'000 firme, a dimostrazione di “quanto nella popolazione vi sia la volontà e la necessità di riformulare l’entità del canone radiotelevisivo e di conseguenza l’offerta del servizio pubblico”.
Infine, “Condannare a priori anche la proposta alternativa del Consiglio federale, dimostra quanta poca volontà abbia il Governo cantonale di chinarsi su un tema importante per il Ticino, e il numero delle firme lo testimonia chiaramente”.