Scomparsa il 21 dicembre durante una nuotata a Lovers Point (Monterey), il corpo della 55enne è stato recuperato a Davenport. Per i soccorritori si tratta verosimilmente di un incontro fatale. Ma i casi rimangono rari

È di Erica Fox, triatleta statunitense di 55 anni, il corpo ritrovato nei giorni scorsi sulla spiaggia di Davenport, poco a sud di Santa Cruz. Fox era scomparsa il 21 dicembre: faceva parte di un gruppo di oltre una dozzina di nuotatori partiti da Lovers Point, a Pacific Grove (area di Monterey), ma non era più rientrata a riva.
Sin dalle prime ore le speranze erano state deboli. Un testimone aveva raccontato al San Francisco Chronicle di aver visto affiorare un grande squalo con “qualcosa che sembrava un corpo umano” tra le fauci. Le ricerche – condotte dalla Guardia Costiera, dai vigili del fuoco e dalla polizia locale – sono proseguite per giorni, mentre il marito, Jean-François Vanreusel, organizzava una camminata commemorativa temendo di non poterle dare nemmeno un saluto.
I resti emersi dall’oceano sono stati riconosciuti dal marito e dal padre. Atleta esperta, Fox aveva portato a termine diversi triathlon e due mezzi Ironman. La giornalista e nuotatrice Sara Rubin, sul Monterey County Weekly, l’ha ricordata come un’amica appassionata che trovava pace nuotando nel Pacifico: un legame costruito “entrando in acqua ancora e ancora, con mare mosso o calmo”. Rubin ha aggiunto che Fox conosceva i rischi della presenza di grandi bianchi e avrebbe preferito parlare di “incidente” più che di “attacco”.
Nonostante gli avvistamenti siano più frequenti, gli episodi mortali restano rari: in California, negli ultimi 75 anni, le vittime registrate prima di questo caso erano sedici. Le autorità proseguono ora con gli accertamenti formali sulla causa del decesso.