IL FEDERALISTA
Quel che cambia da Francesco a Leone
Claudio Mésoniat analizza i primi passi del nuovo Papa, giudicato da alcuni vaticanisti e commentatori come buono ma noioso

di Claudio Mésoniat - articolo pubblicato su ilfederalista.ch

Una cosa che si capisce subito di questo nuovo Papa è che non sarà mai quel dominatore della scena mediatica -sorta di Trump in abito talare- che è stato papa Francesco, quasi un distributore automatico di risposte -quest'ultimo- alle curiosità dei giornalisti, specie durante i voli di rientro dai suoi viaggi (peraltro sempre straordinari e fecondi). Ora faticano molto, vaticanisti, commentatori e opinionisti, ad accettare un Papa più riflessivo e –diciamolo pure- meno impulsivo. “È noioso”, si dice di lui nelle conversazioni off the record. Aggiungendo: buono, gioioso, anche simpatico, ma… “non dice niente”.

Non si tratta dunque solo di una questione di caratteri e temperamenti diversi; e neppure di prudenza/imprudenza nell’interpretare il temibile ruolo di Papa. C’è, nel cambiamento di stile operato da Prevost, una questione di sostanza e una decisione precisa. La chiave per comprenderla è forse in una delle risposte che Leone XIV ha dato a Elise Ann Allen, la giornalista scelta dal pontefice non solo per la sua prima intervista ma anche per la sua prima biografia*.

Papa Leone invita i cattolici a staccarsi dalle “ideologie”, e afferma: “Noi dovremmo concentrarci sul Vangelo, mentre l’ideologia vuole utilizzare il Vangelo, spingendo sull’uno o l’altro fronte”. Poi un’aggiunta, sul proprio compito: “La mia percezione del ruolo del Papa in questo momento della storia mi porta a tentare di non continuare a promuovere la polarizzazione in seno alla Chiesa”.

Sono parole esplicite, che hanno un peso anche in rapporto al pontificato di Francesco, sul quale Leone ha sempre avuto parole di stima (ricambiata del resto da Bergoglio che, in qualche modo, ha facilitato il percorso del suo successore). Ma Leone insiste.

“Non sento il bisogno di complicare il mio ruolo, che è di annunciare la Buona Notizia e predicare il Vangelo (…). Non considero dunque che il mio ruolo principale sia di cercare di risolvere i problemi del mondo. Non vedo affatto il mio ruolo in questo modo (…). Essere Papa è essere chiamato a confermare gli altri nella loro fede, che è la cosa più importante. È qualcosa che non può prodursi senza la grazia di Dio. È questo il ruolo fondamentale del successore di Pietro”. Definizioni da catechismo? Certo, ma il catechismo vissuto mette in circolazione uomini trasformati nel profondo dal rapporto con Cristo e come tali capaci di dare un contributo originale nel “risolvere i problemi del mondo”.

Un Papa, Leone XIV, che si nasconde dietro la sua missione di timoniere della barca di Pietro, incurante di scogli, crepe e falle nella chiglia? Non sembra: “Certo”, precisa nell’intervista alla Allen, “occorrerà prendere certe decisioni nei prossimi mesi e anni”, ma soggiunge, da nocchiero sperimentato che non si fa turbare dal chiasso dei venti e dallo sciabordio dei marosi, “non mi sembrano decisioni insormontabili”.

Chiede dunque tempo, papa Prevost, anche perché intende implementare per davvero quella sinodalità di cui nella Chiesa si è parlato molto negli ultimi anni. Sinodalità che tuttavia il nuovo Papa tiene a sottolineare come non consista nel “trasformare la Chiesa in una sorta di governo democratico”, ma nel far crescere una reale "comunione nella Chiesa" come tale, fatta di credenti e non riducibile alla “gerarchia istituzionale”.

Pur cercando di evitare la logica della monetina nel jukebox delle solite “vere questioni” –quasi la fede non lo fosse e anzi, come tale, non fosse la radice di una novità di affronto di tutte le questioni– si può fare qualche breve accenno ai problemi che la Allen sottopone a Leone XIV nell’intervista, da quelli geopolitici ad alcune questioni etiche.
 
Sulla guerra israelo-palestinese, Prevost –al di là dei suoi rapporti diretti con personalità ebraiche, islamiche e cristiane di Terra Santa– si attiene alla diplomazia della Santa Sede che, precisa, a proposito del termine “genocidio” non ritiene di poter usare la parola, sebbene “per alcuni esperti ciò che succede a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio”.

Circa l’America trumpiana, il papa nato a Chicago non nasconde la sua avversione per le politiche instaurate dal presidente nella sua lotta senza quartiere all’immigrazione clandestina (è noto che da cardinale Prevost contraddisse sui social le teorie del vice di Trump, J.D. Vance, che si avvaleva nientemeno che di sant’Agostino per giustificare discriminazioni verso gli stranieri). 

Quanto al conflitto tra Russia e Ucraina, Leone XIV sottolinea che “da quando è iniziata la guerra, la Santa Sede ha compiuto grandi sforzi per mantenere una posizione veramente neutrale”, alla quale cercherà di attenersi. Va però ricordato che da cardinale Prevost parlò espressamente di aggressione dell’“imperialismo” di Mosca (mentre Francesco –com’è noto– rilevò come la Russia fosse “un’impero che si allarma se… i cani della NATO abbaiano alle sue porte”).

Da notare che, sul piano socio-economico, il nuovo Papa punta il dito contro “il crescente divario tra i livelli di reddito della classe operaia e i soldi che accumulano i più ricchi”: “CEO che sessant’anni fa avrebbero forse guadagnato dalle quattro alle sei volte più degli operai, secondo gli ultimi dati che ho visto prendono 6.600 volte di più di un operaio medio”.

A papa Leone sembra “molto improbabile, per lo meno in un prossimo avvenire, che possa cambiare la dottrina della Chiesa per quanto riguarda il suo insegnamento sulla sessualità e il matrimonio”. Le persone omosessuali, precisa il Papa, sono “benvenute nella Chiesa”, come chiunque d’altronde, “non in quanto appartengono a un’identità o a un’altra”. Escludendo il “riconoscimento ufficiale” del matrimonio omosessuale come pure delle pratiche transgender, Prevost mette l’accento sulla “famiglia tradizionale: padre, madre e figli”. Quanto a diaconato o sacerdozio femminile –afferma– “non ho l’intenzione di cambiare l’insegnamento della Chiesa”, Anziché “clericalizzare” le donne papa Leone intende invece promuoverle in ruoli di alta responsabilità nella Chiesa.

* intervista rilasciata da Papa Leone XIV a Elise Ann Allen della rivista americana “Crux”, pubblicata a puntate sul sito “Crux” e facente parte della biografia del pontefice realizzata dalla Allen: León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI, o "Leone XIV: Cittadino del Mondo, Missionario del XXI secolo" (pubblicata in spagnolo da Penguin Perù e di prossima pubblicazione in altre lingue, tra le quali non figura per ora l’italiano).

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