POLITICA E POTERE
La Lega, gli stranieri, Gobbi e il Mattino... Matteo Caratti: "Giano bifronte è il dio della coerenza"
Il direttore della Regione: "Mentre il Dipartimento di Gobbi candida il Ticino a un premio internazionale per l'integrazione, il Mattino dedica paginate ai misfatti degli stranieri"

BELLINZONA - Matteo Caratti, direttore del quotidiano LaRegione, pone alcune domande al ministro delle Istituzioni, Norman Gobbi. Lo fa in un editoriale pubblicato sul giornale di oggi, definendo la Lega un "Giano bifronte". Il tema sono gli stranieri: la linea di Gobbi, in qualità di responsabile dei progetti cantonali di integrazione, e quella del Mattino, che ogni domenica dedica spazio ai misfatti degli stranieri.

Scrive Caratti: "In settembre il Dipartimento delle istituzioni (diretto da Norman Gobbi) ha inviato alla stampa un comunicato che informava – citiamo – “con immenso piacere” che un’importante fondazione anti-razzismo europea, ha proposto la candidatura del Ticino al loro – citiamo – “ambito riconoscimento” l’Enar Foundation Awards per il 2013. Il comunicato spiegava poi che la fortunata campagna qui da noi promossa, con immagini e grafica accattivanti, la si poteva persino vedere sui mezzi pubblici durante la settimana contro il razzismo. Lo scopo, nobilissimo, è stato quello di sensibilizzare e informare – citiamo ancora – “senza ideologie, senza giudicare e senza demonizzare” (i tre ‘senza’ sono farina del sacco del Dipartimento istituzioni!). Tutto ciò puntando sullo slogan, precisano ancora alle Istituzioni, “La diversità, un valore svizzero?”. Bravi, ben fatto".

Caratti pone a questo punto il problema: "Vorremmo sapere, visto che crediamo a tutto quello che sta scritto sul comunicato del Dipartimento istituzioni, partito lancia in resta contro il razzismo, cosa ne pensa il capo delle paginate che settimanalmente il movimento che lo ha candidato e fatto eleggere in governo (e che quindi egli fieramente rappresenta), pubblica sul ‘Mattino’. Pagine che sotto la dicitura ‘la cronaca dell’ultima settimana in Ticino e in Svizzera’ mirano a far passare nell’opinione pubblica, costantemente, settimana dopo settimana, l’idea pressoché unidirezionale che lo straniero è, nella migliore delle ipotesi un approfittatore, nella peggiore un criminale.

Volete qualche esempio? Eccovi accontentati: ‘Dallo stupratore portoghese, al ladro rumeno rilasciato’, ‘dalla bimba iraniana che minaccia la polizia, allo stupratore che ha ucciso la sua educatrice’, ‘dagli asilanti ubriachi, all’amante dominicana’, ‘dall’avvelenatore tunisino, allo stupratore afgano’. Gli stranieri sono questo. Più i muri in dogana, i troppi neri nella nazionale, le ramine spinate per i rom eccetera".

A cosa servono, quelle paginate?, si chiede il direttore de LaRegione: "Di certo non a “informare senza ideologie, senza giudicare e senza demonizzare”. O magari anche quelle pagine possono ottenere qualche premio? Lasciatecelo scrivere: Giano bifronte al confronto è il dio della coerenza".

 

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