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15.10.2022 - 10:550

"Modo sbagliato ma messaggio giusto", Crivelli Barella scatena il dibattito sul vandalismo ai "Girasoli"

Un post della deputata verde ha dato il via a una discussione cui hanno preso parte Filippini, Agustoni, Dadò, Padlina. Il presidente del Centro: "Andando avanti così non ci guadagna l'ambiente ma chi si nasconde dietro a ideali per sfogare altro"

BELLINZONA - Fa discutere (ed era l'obiettivo) il gesto di due militanti ecologiste impegnati nella campagna di protesta anti-petrolio 'Just Stop Oil' che hanno lanciato un liquido contro una celeberrima opera di Vincent Van Gogh, 'I Girasole', esposta alla National Gallery di Londra. Una deturpazione che divide anche i politici ticinesi, stando al post della verde Claudia Crivelli Barella e ai commenti al vetrioli di esponenti di UDC e Centro, articolati in botta e risposta.

"Che scandalo, toccare i girasoli di van Gogh". Io non ho dubbi: le persone valgono più delle opere del passato, e la tutela dell'ambiente va presa più sul serio, più in fretta, ora. Non sarà un modo beneducato di dirlo, ma queste ragazze hanno ragione da vendere", commenta la granconsigliera verde. 

La prima a reagire è la democentrista Lara Filippini: "Due deficienti, braccia rubate all’agricoltura! Gesto inaccettabile e mi stupisce che tu lo sostenga…..se trovi che abbiano ragione da vendere con questo gesto sono passate dalla parte del torto più assoluto!". Al che Maurizio Agustoni del Centro replica: "Perché la Nobile Agricoltura dovrebbe farsi carico di quelle braccia sconsiderate?", trovando d'accordo la collega che aggiunge che "la Nobile Agricoltura avrebbe il pregio di farle faticare per ottenere i frutti del proprio lavoro e magari riflettere".

Crivelli Barella resta della sua posizione: "Certo che hanno torto nei modi, non si fa così... Ma noi abbiamo torto come adulti, non abbiamo saputo dare a questi giovani una speranza di futuro, ci siamo preoccupati soltanto delle nostre generazioni. Un fallimento, che di noi restino dei bei quadri in un mondo devastato sai cosa può interessare a chi nasce oggi?".

"Capre ignoranti", interviene Gianluca Padlina, citando Sgarbi. E attacca: "Da te tutto mi sarei aspettato meno che la difesa di un atto di violenza barbaro e ignorante. Non bisogna essere esperti di nulla per capire che non ci si deve accanire sulle opere d’arte. Queste due capre ignoranti sono esattamente uguali ai terroristi dello stato islamico che a Mosul hanno distrutto le statue del settimo secolo a.C...  Queste due imbecilli cercavano unicamente un modo per farsi notare. Hanno trovato il più stupido. Spero vengano punite con estrema severità". E aggiunge:  "Già disturbare operazioni di pesca o di trivellazione, se legali, è un modo di protestare discutibile. Ma qui si va oltre perché si mira a danneggiare o distruggere un opera d’arte che fa parte del patrimonio culturale dell’umanità. Il grido d’aiuto va fatto sì, ma per il vuoto pneumatico che hanno in testa queste giovani e quelli che eventualmente la pensano come loro".

Il presidente del Centro Fiorenzo Dadò ha detto la sua in un lungo commento: "Cara Claudia, mi dispiace, ma al di là del tema, non è assolutamente accettabile questo comportamento, ed è un po’ strano da te, che sei pure una gran consigliera, giustificarlo; detto altrimenti, sorprende alquanto. Personalmente ho militato attivamente per anni nelle associazioni ambientaliste e con diverse colleghe e colleghi di comitato abbiamo fatto parecchie battaglie, anche molto accese nei toni, ma non ci siamo mai permessi di infrangere la legge, insultare la cultura, l’arte o anche solo la decenza, tantomeno dare dei segnali di violenza totalmente fuorvianti e dannosi per i giovani e neppure nei confronti della popolazione in generale Incitare alla violenza o giustificarla non è sicuramente utile a questa causa sacrosanta. Se si va avanti di questo passo non ci guadagnerà nessuno, ancor meno l’ambiente, a parte quelli che si nascondo dietro a degli ideali anche bellissimi per sfogare altro".

Quando Crivelli Barella insiste sul fatto che gli adulti non abbiano dato ai giovani di oggi una speranza per il futuro, non ci sta: "Sinceramente non sono molto d’accordo, per quel che mi riguarda, oggi cinquantenne, non ho proprio trasmesso questo messaggio e neppure lo sto facendo con mia figlia. Né con le parole né con l’esempio. E questo non è neppure l’insegnamento che ho ricevuto dai miei genitori. Non mi sta assolutamente bene che si continua a colpevolizzare in questo modo. Infondo è una maniera per lavarsene le mani un po’ frettolosamente, trovare una scusa che non impegna più di quel tanto. I nostri nonni hanno dovuto lottare come dei leoni per uscire dalla povertà, si sono dati da fare attivamente, certo avranno anche sbagliato, in gran parte in buona fede, certo, ma non hanno incolpato gli altri per la miseria che hanno dovuto sopportare Qui si tratta piuttosto di darsi da fare seriamente, prendere in mano le redini della società, in modo democratico, con l’impegno, l'attivismo positivo, per cercare di modificare la traiettoria. Credo che sia questo che vada sollecitato. Non il catastrofismo, che come tutte le negatività, non fa altro che generare insicurezza paura e rabbia tra le persone, e nei confronti del futuro". 

"A livello personale abbiamo tutte e tutti fatto del nostro meglio, però sai esistono delle responsabilità collettive che vanno riconosciute. Ma è più rassicurante prendersi tempo, dire non è grave. La situazione è gravissima, spiace doverlo dire", continua Crivelli Barella, ferma sulla sua idea. "Non si tratta di catastrofismo, ma di realismo. Bisogna agire ora, non domani. Gli scienziati lo dicono dagli anni settanta del secolo scorso. Ascolto da parte della classe politica?....".

Al che Dadò affonda:  "Sono circa 35 anni che ascolto e che leggo quanto dicono gli scienziati. Vedo molta gente che vuole trarne profitto, economico e magari ( senza il magari) anche elettorale, mentre si vede molta meno gente che offre esempio… Questo è quello che vedo, qui come in tutti i miei viaggi in giro nel mondo. Poi su tutto il resto possiamo giustamente e doverosamente discuterne , in fretta".

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