POLITICA E POTERE
Giorgio Grandini: "Le derive pericolose nel PLR"
L'ex presidente dei liberali di Lugano critica il suo partito e spiega le ragioni per le quali ha deciso di tenere una rubrica sul Mattino della Domenica

di Giorgio Grandini*

Talvolta, nella vita, capitano incontri imprevisti, che lasciano comunque un segno indelebile.

Ho conosciuto il Nano all’inizio degli anni ottanta, in occasione della “Festa dei giovani liberali” presso la storica discoteca “Morandi”, da lui organizzata e sponsorizzata in vista della campagna elettorale per il rinnovo dei poteri comunali. Non fu certo un approccio facile, viste le differenze caratteriali che distinguevano il Nano (volitivo ed empatico) dal Grandini (prudente e misurato).

Non posso però parlare di amicizia vera (in senso tradizionale), la nostra fu semmai reciproca e goliardica stima, che si esprimeva spesso in “pronostici” (scommesse) sull’esito delle votazioni in Consiglio comunale. Malgrado l’acuto senso politico del Nano, sovente le mie previsioni risultarono giuste, poiché fondate su preventivi accordi interpartitici (che l’interessato neppure immaginava esistessero fra i Gruppi del Legislativo luganese).

Ma la scommessa più impegnativa (e dall’esito assai improbabile) ha dato ragione, come meglio dirò ancora, al Nano. Pur essendo liberale radicale da una vita, mi rendo sempre più conto che il Liberalismo “canton-ticinese” ultimamente si è disperso in vari rigagnoli contrapposti, passando da quelli “conservatori” a quelli “sociali”, in alternativa alle visioni popolari (e…chi più ne ha, più ne metta).

Il Liberalismo a cui mi sono sempre ispirato è, per contro, quello di avere la “testa a destra (Liberalismo luganese) e il cuore a sinistra (radicale)”.

Derive pericolose nel PLR

Purtroppo nell’odierno PLR vi è invece sempre meno spazio per il confronto dialettico (che in passato risultò vincente) fra le varie anime del Partito, con derive pericolose verso il “politicamente corretto”, imposto dall’alto ed accettato senza discussione per il “quieto vivere” e, soprattutto, per mantenere dei posti (privilegi) di potere. La mia critica non è tanto rivolta all’attuale dirigenza del PLR, che mi sembra giustamente attiva ed impegnata. Lo “sbando” ha infatti origini assai più lontane.

Il primo esempio, che mi torna alla mente, è il sacrificio del segreto bancario: operazione sdoganata come indolore, ma che si è rivelata destabilizzante per la piazza finanziaria svizzera, soprattutto ticinese.

In Ticino il PLR si è poi giocato lo storico seggio in Consiglio degli Stati, a causa di una congiunzione (alleanza) “contro natura” con il PPD (ora Il Centro), imposta per meri calcoli elettorali (poi rivelatisi completamente campati in aria!).

Più recentemente, a livello di Consiglio Federale, si è arrivati addirittura a teorizzare i concetti aleatori della “Neutralità Cooperativa” e della “Pace Sostenibile”, con l’unico scopo di allineare il nostro Paese alla sciagurata politica europea (leggi ai diktat americani) delle sanzioni contro Mosca (di cui siamo diventati vittime inconsapevolmente predestinate!). Nel solco della “fermezza nel cedimento” è stata inoltre concepita la lista dei candidati al Consiglio di Stato del PLR per le prossime elezioni cantonali: non “forte”, come veniva pensata in passato (per migliorare la leadership liberale in Governo e per mobilitare gli elettori), ma di “basso profilo” (nell’intento forse di consolidare la posizione minoritaria nell’esecutivo!?!).

Riflessioni libere

Sono sempre stato un avversario politico della Lega (spero comunque leale e costruttivo) e non intendo oggi “cambiare casacca” e migrare in un altro Movimento politico.

Se chiedo ora “asilo politico” al Mattino è perché ritengo che il settimanale (con tutte le riserve del caso) sia l’unico mass media in Ticino libero (e in grado) di promuovere la rigenerazione di un Cantone, già definito dell’iperbole e ormai sulla via del declino (vedi, per esempio, il forte indebitamento pubblico).

Con questo spirito critico – se il Mattino continuerà ad ospitarmi (come auspico) – è mia intenzione sviluppare nella rubrica “Tribuna del politicamente scorretto” una serie di riflessioni libere (e senza condizionamenti), volte a dar voce al malessere di una vasta cerchia di opinione pubblica silenziosa, che mal si riconosce ormai nella logica del potere imperante, spesso ai confini della realtà sociale ed economica del Paese. Sarebbe infatti inopportuno e autolesionista arrendersi ai “falsi profeti” nostrani, disposti a sacrificare per “trenta denari” la nostra indipendenza, rendendoci vassalli della matrigna Unione Europea.

Conscio dei “mal di pancia” che detta collaborazione genererà in chi ha fatto strame del sano pragmatismo liberale (senza considerare anche le “ultime onde” delle decisioni imposte dall’alto per meri interessi contingenti), mi appresto quindi a dare – dopo diversi anni (troppi?) – ragione al Nano, che andava ripetendomi “ vedrai anche tu un giorno avrai bisogno della Lega!” e … così sia!

*Già presidente del PLR di Lugano - Articolo apparso sull'ultima edizione del Mattino della Domenica

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