Il Movimento risponde per le rime ai presidente di UDC e Centro: "Non è il lupo a far paura: è Claudio Zali che dà fastidio, perché lavora bene e senza inchinarsi ai soliti giochi di potere"
(Riceviamo e pubblichiamo dalla Lega dei ticinesi)
LUGANO - La Lega dei Ticinesi prende atto con fermezza – e senza alcuna sorpresa – dell'ultima mossa politica di Marchesi e Dadò. Gli stessi che poche settimane fa si stracciavano le vesti contro il cosiddetto “arrocchino”, oggi propongono loro un arrocco: togliere il dossier lupo al Consigliere di Stato Claudio Zali.
Una giravolta vergognosa che smaschera definitivamente Centro e UDC: non è mai stato un problema di metodo, ma di poltrone. Non è mai stato un problema di metodo o contenuti: è sempre stata una questione di potere e di cadreghe. Quando l'arrocco non lo decidevano loro, era "una forzatura istituzionale". Ora che serve a loro, diventa improvvisamente legittimo. L'ipocrisia è evidente.
La Lega difende i suoi Consiglieri di Stato e, con loro, difende i Ticinesi. Claudio Zali ha gestito un tema complesso e sensibile, regolato da numerose leggi federali, come quello del lupo. La Lega ha chiesto un cambio di passo nella gestione di questo dossier, ed è proprio questo che dà fastidio. Lo dimostrano gli ordini di abbattimento emanati, che non devono rimanere una semplice parentesi nella gestione dei grandi predatori in Ticino.
Altro che lupo: ciò che davvero terrorizza certi partiti è perdere il controllo. Infatti, non è il lupo a far paura: è Claudio Zali che dà fastidio, perché lavora bene e senza inchinarsi ai soliti giochi di potere. Chi lavora con serietà va protetto, non colpito. La maschera è caduta. E la Lega non starà a guardare.