I vertici della Ferrovia Lugano–Ponte Tresa hanno ribadito il proprio pieno appoggio al messaggio al centro dell'ultima giornata di dibattito parlamentare

LUGANO - Il Consiglio d’amministrazione della Ferrovia Lugano–Ponte Tresa (FLP), riunito mercoledì sera, 17 dicembre, ha ribadito all’unanimità il proprio pieno sostegno al messaggio sul credito supplementare per la realizzazione della tappa prioritaria della rete Tram-Treno del Luganese, che domani approda al voto del Gran Consiglio. Per la FLP si tratta di un’opera “fondamentale per lo sviluppo del trasporto pubblico di tutta la regione” e che non deve subire ulteriori rinvii: l’azienda sostiene che gli attori coinvolti siano già impegnati ad affrontare le questioni sollevate in merito all’esercizio futuro, individuando – se necessario – le soluzioni che “indubbiamente esistono”.
Sul fronte politico, domani il dossier sarà al centro del dibattito parlamentare. Secondo quanto riportato oggi da laRegione, l’UDC chiede di ritirare il rapporto sul messaggio e di rinviare il dossier in commissione, prospettando – nel caso la richiesta non venisse accolta – il ricorso al referendum finanziario obbligatorio (RFO). Il partito sostiene che alcuni punti “non sono stati sufficientemente approfonditi”.
Di avviso opposto i correlatori del rapporto, Fiorenzo Dadò e Natalia Ferrara, che respingono l’ipotesi di un rinvio. Dadò afferma che durante l’audizione “sono stati fugati tutti i dubbi” emersi dopo gli articoli e che, a suo giudizio, “non c’è motivo di rimandare o fare ulteriori approfondimenti”, ricordando che il primo messaggio risale al 2009 e che non sono mancate le occasioni per analizzare il progetto. Ferrara critica invece la minaccia del ricorso all’RFO, definendola un atteggiamento da campagna elettorale e invitando l’UDC ad assumersi le proprie responsabilità su un progetto strategico.
Zali: “Progetto solido, a rischio anche i sussidi federali”
Interpellato sul tema da LaRegione, il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali ha ribadito la solidità del progetto, anche negli orari di punta: sotto pressione, spiega, ci sarebbe “limitatamente un’unica corsa”, che potrebbe essere gestita con adattamenti d’orario. Zali avverte inoltre che un eventuale stop rischierebbe di compromettere sussidi federali. E non risparmia una lettura politica dello scontro: secondo il consigliere di Stato, chi chiede il rinvio non mira ad avere chiarimenti tecnici ma al suo seggio in Governo.