CRONACA
Media in crisi, Giacomo Salvioni: "Situazione difficile ma non ancora drammatica. Stato e inserzionisti ci sostengano. Ma no alla guerra dei prezzi"
Il presidente di Stampa Svizzera: "La pubblicità è calata anche a causa della grande offerta dei big player: inserzioni che costano poco ma che rendono anche poco. Poca spesa poca resa, come dice il proverbio”
TiPress/Gabriele Putzu

BELLINZONA - “La crisi c’è, ed è sotto gli occhi di tutti… I giornali e i media in generale non incassano più come ai tempi d’oro. Il mercato pubblicitario nazionale ha subito una forte contrazione, ma la situazione non è ancora drammatica”. Parola di Giacomo Salvioni, editore de LaRegione e presidente di Stampa Svizzera, l’associazione degli editori di lingua italiana.

 

Certo, il fallimento del Giornale del Popolo e i tagli annunciati nei giorni scorsi dal Corriere del Ticino non sono buone notizie sul fronte mediatico cantonale. E una reazione si impone.

 

“L’economia e lo Stato devono capire che per la stampa è un momento delicato - dice Salvioni -, e che occorre dunque sostenerla, perché la pluralità mediatica è un pilastro di ogni democrazia. Non è normale, per esempio, che certe aziende parastatali taglino gli investimenti pubblicitari su giornali e televisione: occorre una sensibilizzazione a livello politico”.

 

E aggiunge: “Ma sta anche a noi editori evitare di metterci il cappio al collo: se il momento è difficile l’errore più grosso che possiamo commettere è quello di ‘spaccare i prezzi’, di abbassare le tariffe, insomma, perché una volta che le hai abbassate non le rialzi più. In questa situazione di mercato bisogna tenere i prezzi: parlando di giornali, piuttosto regali una pagina al cliente, ma non abbassi il costo della pagina pubblicitaria, altrimenti entri in una spirare pericolosa. Detto questo, secondo me ci sono in giro troppi dilettanti allo sbaraglio. Il tuo prodotto devi saperlo vedere e devi essere prima di tutto tu a credere nelle potenzialità della tua testata”.

 

Poi c’è il problema della pubblicità (si parla di circa 2 miliardi di franchi all’anno solo in Svizzera) risucchiata e tritata dai social network e dai big player del web: Google, Facebook, perfino Spotyfi… E anche grandi aziende nazionali, comprese alcune para-pubbliche, stanno distribuendo denaro a colossi che non pagano imposte e non creano lavoro in Svizzera.

 

“Chiaro – dice Salvioni -, la pubblicità è calata anche a causa della grande offerta dei big player: inserzioni che costano poco ma che rendono anche poco. Poca spesa poca resa, come dice il proverbio”.

 

Alla domanda “che ne pensa di un finanziamento diretto ai media da parte della Confederazione”, Salvioni risponde così: “Come editore di un giornale preferirei un sostegno indiretto: infatti come editori abbiamo chiesto alla Posta di ridurre le tariffe di spedizione stanziando 90 milioni in più di aiuti. Per quanto riguarda l’online, invece, bisogna arrivare a una formula a pagamento, anche se per arrivarci bisogna che tutti siano d’accordo, e sappiamo che non è facile”.

 

In conclusione, quindi? “Punto uno: fare l’editore è una professione e non ci si può improvvisare. Punto due: le ristrutturazioni bisogna farle quando si vede arrivare il temporale. Punto tre: la guerra dei prezzi sta creando seri problemi sul mercato”.

 

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