TELERADIO
La RSI, il cinema e un futuro radioso. Alessandro Marcionni: "Il Locarno Film Festival importantissimo per tutto il Ticino"
Intervista al responsabile produzione fiction della Radiotelevisione della Svizzera Italiana. "I giovani talenti sono il pane che mangeremo nei prossimi anni"

LOCARNO – “Un nemico che ti vuole bene” e “L’ospite”. È su queste due produzioni che la RSI ha puntato per concorrere alla 71esima edizione del Locarno Festival. E lo ha fatto in grande stile, senza farsi mancare nulla. Entrambi i film sono infatti passati in Piazza Grande riscuotendo un ottimo successo tra gli appassionati.

Di sensazioni, giudizi, futuro e tanto altro ancora ne abbiamo parlato con Alessandro Marcionni, responsabile produzione fiction della RSI.

Con quali obiettivi si presentano al pubblico “Un nemico che ti vuole bene” e “L’ospite”?

“Sono entrambi due titoli di narrativa. Un nemico che ti vuole bene di Denis Rabaglia è stato pensato per un grande pubblico. Può inoltre contare su un cast importante con personaggi del calibro di Diego Abatantuono e Sandra Milo. I feedback ricevuti dopo la proiezione in Piazza Grande di martedì sono stati molto positivi e speriamo il film avrà successo anche nelle sale. L’ospite è il secondo film di Duccio Chiarini. Si tratta di un film intenso con una trama delicata ma allo stesso tempo spontanea. È una commedia più intima, all'apparenza meno spettacolare, ma che in realtà è riuscita a farsi apprezzare parecchio dal pubblico di Locarno”.

Quanto è importante per la RSI, e in generale per tutta la SSR, essere parte integrante del Locarno Festival?

“Quando dei grandi festival come quello di Locarno condividono con noi il valore di un'opera che abbiamo voluto sostenere, è indubbiamente per noi motivo di grande soddisfazione. Noi co-produciamo film diversi uno dall’altro: abbiamo progetti di grande pubblico, abbiamo progetti d’autore, lavoriamo con cortometraggi, serie web, con film per la televisione. Ognuno ha il suo obiettivo di pubblico e anche la sua strada distributiva. Quando si lavora con film come questi e si riesce ad arrivare al Locarno Festival significa per noi che la collaborazione con l'industria cinematografica indipendente è davvero costruttiva”.

Che rapporti ha la RSI con la Ticino Film Commision, il CISA, il Palacinema e le altre istituzioni cinematografiche locali?

“I giovani talenti per noi sono il pane che mangeremo nei prossimi anni. Per noi è dunque importantissimo che ci sia una grossa rete di collaborazione. Siamo istituzioni all’apparenza molto diverse una dall’altra: tutte siamo assolutamente indipendenti, ma è molto importante che ci sia un continuo dialogo tra noi. Spesso abbiamo gli stessi obiettivi. Per quanto riguarda le scuole e i giovani è indubbio che il nostro sostegno sia il più grande che possiamo dare. Come servizio pubblico è nostro dovere sostenere i giovani talenti locali e permettergli un giorno di affermarsi".

Possiamo quindi affermare che il futuro sorride al movimento cinematografico ticinese?

“Devo dire che c’è grande fermento negli ultimi anni. Ci sono autori e produttori ticinesi che lentamente riescono ad affermarsi, riuscendo a produrre film sempre più ambiziosi e di qualità. L’industria sta diventando anche sempre più professionale perché i vari attori del territorio, che siano finanziatori, coproduttori, membri dell’industria o del supporto cantonale, sono sempre più attivi con l’obiettivo di supportare questo mondo. Sono estremamente positivo. Ci sono giovani che hanno davvero voglia di lavorare e ho la sensazione che questo fermento sia in totale crescita”.

Il Locarno Festival ha contribuito a questo “fermento”?

"Assolutamente sì. Il Locarno Festival è importantissimo per tutto il Ticino grazie a diversi fattori. È una realtà che porta, per una decina di giorni, gli occhi di tutta la Svizzera, dell’Europa e del mondo a guardare verso la Svizzera italiana. Questo, è inutile nasconderlo, ha delle ricadute molto positive sia in termini di attenzioni verso la nostra regione sia perché i nostri registi, produttori, e attori possono in qualche modo incontrare il resto del mondo e confrontarsi. Negli ultimi anni in Ticino sono aumentati esponenzialmente i professionisti che riescono ad affermarsi nei migliori palcoscenici del cinema. Questo è sicuramente merito del anche Locarno Festival, così come di tutte le istituzioni ticinesi”.

Crede che le bellezze e peculiarità del Ticino siano sottovalutate nel mondo del cinema internazionale?

“Non credo che il Ticino sia sottovalutato. Bisogna però ammettere che c’è un problema non indifferente: il costo della vita nel nostro Cantone è ben differente rispetto ad altri luoghi. Mi è capitato di sentire colleghi che dicevano di “voler girare in Ticino, ma economicamente è molto difficile da sostenere”. È bello continuare a spingere e lavorare: lo fa la Ticino Film Commission e lo facciamo anche noi come RSI con i nostri partner per far cercare di capire il valore aggiunto del Ticino all’interno di un film”.

Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi dalle produzioni targate RSI?

“Stiamo lavorando in questi giorni a un film intitolato “I segreti del mestiere”. È un film pensato per la televisione, ma con un buon potenziale anche per le sale, un'opera prima di Andreas Maciocci che racconta il viaggio di un adolescente che parte alla ricerca della madre di cui non conosce nulla. Attraversa le nostre valli grazie all’aiuto di uno strano detective e...il resto tocca agli spettatori scoprirlo. Ci sono già dei progetti aperti, ed altri invece partiranno nei prossimi mesi. Diciamo che è un periodo molto fertile”.

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