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Questa sera a Matrioska: "Chi vuol vivere a Chiasso?"
La trasmissione torna sul tema dell’asilo dopo la visita della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. Ecco gli ospiti
TiPress/Francesca Agosta

MELIDE – “Chi vuol vivere a Chiasso?”… Il titolo di Matrioska in onda questa sera alle 19,30 su TeleTicino riprende la frase del presidente dell’UDC svizzera Marco Chiesa, che nei giorni scorsi alla Tv svizzero-tedesca, riferendosi alla questione “asilo”, ha affermato “nessuno di voi vorrebbe, oggi, vivere e abitare a Chiasso”. Una frase che, ovviamente, non è piaciuta a Bruno Arrigoni.

Proprio il sindaco sarà tra gli ospiti della puntata nella quale faremo il punto sulla situazione dopo la visita della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, che sempre riferendosi alle parole di Chiesa ha detto “vivrei molto volentieri a Chiasso, non solo per il clima ma perché sarei ben accolta. Mio marito sarebbe molto contento, persino più di me”. Oltre ad Arrigoni, ospiti di Marco Bazzi saranno il deputato leghista Daniele Piccaluga, l’ex granconsigliera socialista Anna Biscossa, l’ex sindaco di Chiasso Moreno Colombo, il presidente cantonale dell’UDC Piero Marchesi, il deputato del Centro Giorgio Fonio, l’avvocato Renzo Galfetti, e il parroco di Chiasso Don Gianfranco Feliciani.

Ieri i sindaci dei Comuni del Basso Mendrisiotto e i rappresentanti del Consiglio di Stato (il presidente Raffaele De Rosa, Norman Gobbi e Claudio Zali) hanno ribadito le rivendicazioni del Ticino e della regione. La ministra ha risposto che comprende le preoccupazioni delle autorità e della gente, ma che per ora non ci sarà alcuna modifica nella ripartizione dei richiedenti asilo e nessun inasprimento immediato delle misure disciplinari.

“Non si può trascurare che parte della popolazione ticinese lamenti un sentimento di insicurezza. Se i commercianti sono vittime di furti, le donne non si sentono sicure sui trasporti pubblici e i poliziotti vengono feriti – ha aggiunto riferendosi ai recenti fatti di cronaca - bisogna adottare misure di sicurezza e di prevenzione”.

Baume-Schneider ha incaricato la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) di potenziare le misure di sicurezza e di prevenzione, aumentando pattuglie e personale, ma anche promuovendo programmi occupazionali in collaborazione con i Comuni.

“Non posso fare grandi promesse, ma cercheremo di capire come migliorare la situazione”, ha concluso la consigliera federale, assicurando che tornerà in Ticino a inizio 2024 per valutare nuovamente la situazione.

Intanto, oggi, LaRegione pubblica un’opinione dell’avvocato Paolo Bernasconi uscita sulla Tribune de Genève, nella quale, affrontando il tema della proroga dei “permessi S” per i rifugiati ucraini, attacca la consigliera federale Karin Keller-Sutter. “Quand’è che i rifugiati ucraini in Svizzera saranno rinviati sotto le bombe russe? Questa domanda potrebbe sembrare piuttosto macabra”, scrive. Ebbene, aggiunge, è proprio la domanda che la consigliera federale ha sottoposto alla Segreteria di Stato per la migrazione (Sem).

E spiega: “Il 29 settembre il Consiglio federale approva e pubblica il suo piano di rimpatrio verso l’Ucraina. Ma il 14 ottobre l’Ue proroga la validità dello Statuto S fino al 4 marzo 2025. Pertanto, il Consiglio federale deve rinunciare al suo piano. Ma lo fa soltanto due settimane più tardi, il 1º novembre. Due settimane di angoscia per i rifugiati ucraini, che si aggiunge a quella per i propri cari in guerra e sotto le bombe russe”. 

Come si può definire la messa in esecuzione del rimpatrio di circa 70’000 donne e bambini vulnerabili che hanno trovato rifugio in Svizzera?, conclude Paolo Bernasconi. “Come si può definire la volontà di farne le vittime dei bombardamenti russi e della deportazione dei loro figli minorenni in Russia? È soltanto crudeltà. La crudeltà fa parte dei valori svizzeri?”.

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