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14.04.2018 - 09:030
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

I prodotti svizzeri godono di un'ottima reputazione. Ma per essere davvero "made in Switzerland", con tanto di croce rossa su sfondo bianco, cosa serve?

Da inizio 2017 è stata introdotta una nuova regolamentazione concernente l'uso dell'indicazione di provenienza "Svizzera", basata su quattro ordinanze che hanno inasprito i criteri per il loro utilizzo. Ma sui termini c'è confusione... Se ne parlerà anche alla Giornata dell'Export

LUGANO - Swiss Made, Swissness, Svizzeritudine. Quale sia il termine utilizzato vi è purtroppo ancora molta, troppa, confusione sul suo reale significato e sul corretto utilizzo del marchio o della croce elvetica. Sul tema la Camera di Commercio del Canton Ticino ricorda la Giornata dell'Export 2018, che si terrà il 26 aprile dalle 16.30 alle 18.00 presso il Gran Hotel Villa Castagnola a Castagnola. Ospite d'eccezione Daniele Finzi Pasca, ora a numerosi imprenditori locali: si parlerà della Swissness.

Intanto, qualche chiarimento.

I prodotti e i servizi svizzeri godono di un’eccellente reputazione sia nel nostro Paese sia all’estero. Potersi fregiare del marchio “Svizzera” è senza dubbio una carta vincente riconosciuta internazionalmente, le denominazioni d’origine svizzera vengono pertanto utilizzate volentieri dagli imprenditori elvetici, talvolta però impropriamente.

Per garantire la massima reputazione dei prodotti e servizi svizzeri, il 1° gennaio 2017 è stata introdotta una nuova regolamentazione concernente l’uso dell’indicazione di provenienza “Svizzera” e della croce bianca su sfondo rosso. Essa poggia su quattro ordinanze che hanno inasprito i criteri per il loro utilizzo. Anche se non vi è un organo di vigilanza, vige l’inversione dell’onere della prova ed è necessario seguire attentamente quanto riportato in tali ordinanze.

Detto questo, proviamo a fare un po’ di chiarezza sugli aspetti principali…

Origine VS indicazioni di provenienza
È importante comprendere che vi è una netta distinzione con l’origine preferenziale e non preferenziale delle merci: la Swissness non associata all’origine doganale della merce e non è legata a un’eventuale diminuzione dei dazi, è unicamente un’indicazione di provenienza geografica.

Utilizzo del marchio “Swiss Made”
Per l’apposizione del marchio “Swiss Made” o “Made in Switzerland”, le nuove regolamentazioni distinguono tre categorie e diverse percentuali di “svizzeritudine”:
– prodotti industriali: devono essere realizzati in Svizzera il 60% dei costi di produzione e la fase di produzione più significativa;
– derrate alimentari: l’80% del peso delle materie prime deve provenire dalla Svizzera e la trasformazione più significativa deve essere svolta su suolo elvetico (numerose eccezioni sono previste);
– servizi: questi possono essere promossi come svizzeri unicamente se la sede e la gestione effettiva dell’azienda sono in Svizzera.

Le imprese che non adempiono ai criteri summenzionati hanno la possibilità di mettere in valore certe tappe di produzione, a condizione tuttavia che l’attività specifica in questione si svolga integralmente in Svizzera: ad esempio, salsiccia “affumicata in Svizzera”, mobili “Designed in Switzerland”. In questi casi non è però ammessa l’apposizione della croce svizzera.
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