LUGANO - Tutto secondo le sensazioni della vigilia. L’atteso sondaggio della RSI, elaborato da Assolo Sagl, prospetta infatti un’ulteriore frammentazione del Gran Consiglio in un sostanziale status quo. Dagli attuali 9 partiti si passerebbe a 10-11. Con Verdi Liberali e Avanti con Ticino e Lavoro, leggermente favoriti per l’ingresso in Parlamento sulle altre liste minori.
Il sondaggio è stato realizzato tra l'8 e il 24 febbraio. Considerato un campione di 6'297 contatti, le persone intervistate sono state 1'667. Per il sondaggio è stato considerato un campione di 1'235 intervistati, 956 quelli che hanno soddisfatto i criteri per la proiezione. Il 42% ha dichiarato che non sa se andrà a votare o ha già deciso di non farlo, il 22% ha già deciso di votare ma non ha deciso cosa
I dati salienti dell’indagine demoscopica riguardano i partiti di Governo. In primis la Lega che potrebbe sacrificare uno o due deputati a vantaggio dell’UDC, in crescita rispetto alle ultime elezioni cantonali. Un travaso di seggi parlamentari nell’area di destra del quale vi era sentore nell’aria.
Ma un deputato rischiano di perderlo anche PS e Centro. Tutti e due i partiti sono dati in leggera flessione rispetto alle elezioni di quattro anni fa.
L’unico partito in controtendenza è il PLR, che segna una leggera crescita e potrebbe guadagnare un seggio in più.
Il sondaggio dà in calo anche i Verdi, che dovranno lottare per mantenere gli attuali deputati. Anche per gli ecologisti ticinesi, come avvenuto in alcune realtà della Svizzera, si prospetta una frenata.
Ma chi conquisterà questi seggi? Favoriti, secondo il sondaggio, sono i partiti minori già presenti in Parlamento: Più Donne, Partito Comunista e Movimento per il socialismo. Ma, come detto in entrata, ad avvantaggiarsi potrebbero essere anche le liste che attualmente non hanno rappresentanza in Parlamento.
Tra un mese la RSI pubblicherà un secondo sondaggio con dati più affinati, che dovrebbe precisare meglio la distribuzione dei seggi.
Un ultimo dato importante riguarda la scheda senza intestazione: la ricerca pubblicata stima che oltre il 22% degli elettori sfrutterà questa opzione (una quota senza precedenti).