di Filippo Piffaretti *
Talvolta rimpiango i tempi passati, quando le campagne elettorali muovevano i sentimenti più profondi e i politici si azzuffavano per degli ideali, mettendo in mostra le loro competenze e gli argomenti che stavano loro più a cuore. È bastevole percorrere una qualsiasi strada cantonale per osservare il fiorire di cartelloni mal posizionati.
Questi cartelloni vengono talvolta appesi vicino alle intersezioni principali (vietato dall’Ordinanza relativa) o nei pressi dei passaggi pedonali (pericoloso per i pedoni), oppure senza neppure chiedere al proprietario. Essendo però Gran Consiglieri, Consiglieri di Stato o aspiranti tali, guai a intervenire, guai a rimuovere il cartellone. Contravvenzioni, neppure l’ombra.
A Bellinzona, il volto dell’On. Norman Gobbi svetta su di una rotonda, il viso della persona che dovrebbe far rispettare la legge. Non mi si dirà che un incrocio su di una strada principale non sia un’intersezione principale! Altri Consiglieri di Stato, idem! Alcuni aspiranti deputati applicano la tecnica del doppio/triplo cartellone, Piero Marchesi è uno di questi. Altri appendono o fanno appendere i propri volti senza notificare la posa del cartello (alla Stazione di Lugano Piero Marchesi e Jean-Jacques Aeschlimann). Cartelli rimossi!
(Piero Marchesi precisa che i suoi cartelloni in quella zona sono stati posati per errore e sono stati, appunto, rimossi, ndr).
Ha senso tutto questo? Comprensibile informare gli abitanti del comune in cui si vive della propria candidatura, ma tappezzare il Cantone con il proprio volto, rasenta il malgusto.
Eppoi, vi sono le persone che utilizzano gli spazi adibiti appositamente, pagando di tasca propria cifre a partire da CHF 500 per cartellone, queste persone assolutamente non sono da votare, perché non dimostrano di essere innovativi e di saper risparmiare. Risparmia invece chi a Camorino ha appeso il proprio viso su delle povere viti, da votare! Insomma, in questo periodo vale solo la massima: “Più cartelloni più voti”.
* candidato al Gran Consiglio Verdi del Ticino