L’esponente dei Verdi: “La creazione di un’oasi a tassazione moderata comporterebbe risparmi e tagli, a discapito delle fasce più deboli. Auspico che vengano adeguatamente protette”
di Filippo Piffaretti *
Nelle scorse settimane la destra e i partiti di centro hanno proposto all’elettore la loro posizione in merito all’aumento dei valori di stima sugli immobili, operazione che a scadenze regolari deve avvenire in modo di garantire una certa parità di trattamento tra i contribuenti che detengono beni patrimoniali di diverso genere.
Il messaggio della destra è chiaro e inequivocabile, guai a chi intenda sfruttare questo esercizio per aumentare il prelievo fiscale dai contribuenti possessori d'immobili! Gli aumenti devono essere neutralizzati diminuendo le aliquote per tutti i contribuenti, in modo di avere un effetto a somma zero. In aggiunta a ciò, altre iniziative di connotazione fiscale, dovranno essere discusse: l’abolizione della tassa di collegamento, lo sgravio sui sussidi di cassa malati e l’iniziativa del Partito liberale radicale per la riduzione delle aliquote sui redditi a favore dei contribuenti facoltosi.
Quale esponente de I Verdi del Ticino e membro del gruppo operativo, trovo che l’idea sia accattivante; chi non vorrebbe vivere in una grande Montecarlo, disponendo così liberamente della totalità dei redditi percepiti? In linea di principio potrei quindi essere d’accordo con la defiscalizzazione del Canton Ticino, con la creazione di un’oasi a tassazione moderata; se non fosse che, questo comporta delle scelte, quindi risparmi e tagli. Tanto più che l’esito della votazione sulla “parità di bilancio” ci obbligherà al contenimento della spesa.
Una riduzione uniforme e lineare dei costi, a mio avviso, è tanto probabile quanto improponibile, infatti permetterebbe di effettuare dei tagli indiscriminati senza dover giustificare l’operazione nei confronti dei più deboli. Auspico quindi che le categorie maggiormente colpite dai futuri sicuri tagli (famiglie, malati, disoccupati, dipendenti dello Stato, e anziani), verranno adeguatamente protette e potranno coalizzarsi per salvaguardare i loro interessi, mantenendo invariate le spese ritenute sino ad oggi indispensabili: le sovvenzioni e sussidi per le persone bisognose, le spese per la giustizia e la sicurezza, i salari e gli oneri pensionistici per i collaboratori dello Stato, gli investimenti nella salute pubblica, i costi per la formazione dei nostri giovani, i costi per l’aiuto ai disoccupati e gli investimenti per la protezione dell’ambiente e del territorio.
Trovo che in Ticino non occorra unicamente riflettere su riduzione delle imposte e diminuzione delle uscite (ritenute sino ad oggi indispensabili), bensì analizzare attentamente gli sviluppi a livello internazionale (Pillar II). Il discorso è complesso, ma quale esperto di fiscalità, posso affermare con enfasi che se lo Stato ricevesse adeguati stimoli dalla politica, sarebbe possibile domandare alle imprese multinazionali locali di aumentare le imposte pagate in Ticino, a scapito di altre giurisdizioni, quindi invece che pagarne maggiormente in altri cantoni o all’estero.
* Esperto fiscale dipl., LLM Int. Tax Law