Il direttore generale del Chiasso 'grazia' i tifosi e spiega la scelta: "All'interno dello stadio nessuna violenza". Il sindaco Arrigoni: "Per noi la questione è chiusa"
CHIASSO – “L’irruzione” dei tifosi del Chiasso a bordo campo al termine della sconfitta di due settimane fa contro il Vaduz (vedi articoli suggeriti) non sfocerà in nessuna inchiesta penale. Contrariamente a quanto dichiarato nei giorni scorsi, il direttore generale del club rossoblù Nicola Bignotti e il responsabile della sicurezza Ivan Belloni hanno fatto sapere al Corriere del Ticino che “non è stata inoltrata alcuna denuncia alla polizia cantonale”.
Gli esagitati tifosi quindi, di cui due dipendenti pubblici, non sono a rischio diffida grazie al “condono” del FC Chiasso che, in un momento difficile calcisticamente parlando, ha deciso di non aggravare ulteriormente la situazione e tenersi i suoi supporters al proprio fianco per le ultime tre gare della stagione.
Al quotidiano, Bignotti ha spiegato il perché della decisione: “Non faremo denuncia perché all’interno dello stadio non c’è stata violenza. Quanto accaduto è stato più fumo che arrosto”. Bignotti ha sottolineato che la decisione non è stata presa per paura di prendere le distanza dalla tifoseria più calda.
“Noi – continua – abbiamo censurato subito i modi della protesta”. Tirano un respiro di sollievo i due dipendenti pubblici coinvolti nei disordini dello scorso 4 maggio. In caso di diffida e conseguente segnalazione alla polizia, i due avrebbero potuto perdere il posto di lavoro. Ma in questo modo non sono tenuti a rendere conto del proprio comportamento ai rispettivi Municipi di Chiasso e Castel San Pietro.
Uno dei due – riporta sempre il Cdt – “si è scusato con il FC Chiasso e con il Municipio”, ha spiegato il sindaco Bruno Arrigoni, il quale ribadisce che "per noi la questione è chiusa".