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Cronaca
17.08.2019 - 09:000
Aggiornamento: 10:21

Frapolli: "Fra silenzio ed eventi servono equilibrio e rispetto. Ed è inconcepibile chiudere a Ferragosto"

L'ex direttore di TicinoTurismo dice la sua: "Dobbiamo decidere se siamo o no un Cantone a vocazione turistica. Per me sì, ma ci sono delle lacune. Locarno sta andando nella direzione giusta"

BLENIO – Non ha un ruolo istituzionale, perché al momento di candidarsi per il PPD al Consiglio di Stato Elia Frapolli ha lasciato Ticino Turismo. Ma certamente il settore del turismo lo conosce a memoria: quando gli parliamo, fedele alla sua nuova filosofia lavorativa di lavorare anche in home-office, è in cima al Lucomagno, al fresco. “Sto lavorando a un progetto proprio per questa zona”.

Ma cosa pensa delle polemiche del giorno, ovvero dei ristoranti e bar chiusi (a Lugano ma non solo) a Ferragosto e della querelle fra chi vuole divertimento e chi preferisce il silenzio?

“Sono temi che tornano spesso. Le domande sono sempre quelle: siamo davvero pronti a accogliere il turista? Abbiamo cultura turistica? A questo proposito abbiamo a mio avviso delle lacune".

Ma c’è questa cultura?

“Per me di principio c’è, siamo un cantone turistico da tanto tempo, abbiamo una tradizione, il turismo rappresenta una quota importante del PIL, e genera tanti posti di lavoro. Ma ci accorgiamo che ci sono dei problemi e questi portati sono degli esempi”.

Cosa dire, dunque, del Ferragosto a serrande abbassate?

“Ogni operatore turistico che ha scelto di chiudere deve fare la sua riflessione. Aveva senso chiudere o no, tanto più che a pagarne le conseguenze non è il singolo operatore, ma tutta la categoria? Se avessi avuto una struttura a Lugano e avessi potuto aprire, dal punto di vista legale, lo avrei fatto. Il turismo vive nei momenti in cui i turisti ci sono, dobbiamo ricordarcelo. Mi son sempre battuto per le aperture dei negozi più flessibili possibili. Quando si può, restiamo aperti!".

Tra l'altro lei gestì un hotel in Vallemaggia...

"Esatto, una decina di anni fa ho gestito un piccolo hotel a Bosco Gurin e come operatore turistico sai che devi aprire quando i turisti ci sono, quando sono in vacanza. Al contrario, chiudi quando non c’è presenza turistica. Nel turismo è normale fare vacanza in altri periodi".

E del dibattito tra chi vuole divertirsi e chi vuole riposare cosa pensa?

“Siamo una destinazione turistica che non si regge sul modello di Ibiza, ma turismo significa anche eventi e animazione. Con le giuste proporzioni, con i giusti regolamenti, senza esagerare, lasciamo che durante la stagione turistica estiva in cui si vive all’aperto nelle piazze ci sia vita e movimento. Va trovato il giusto compromesso, ma non dobbiamo trasformarci in dormitori. Soprattutto la sera lasciamo una certa libertà, per far vivere queste città. Locarno sta andando in questa direzione, concordo con quanto fa il Municipio, come si dice nel vostro articolo: non è la prima città a provarci e si si può prendere esempio da altre, sempre con equilibrio e rispetto reciproci. In centro città un po’ di rumore ci sarà sempre, se vogliamo quiete si può salire in valle”.

O in cima al Lucomagno, come lui.

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