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Cronaca
27.01.2020 - 15:540

Marco Gaia "cancella" i giorni della merla: "Non è vero che sono i più freddi dell'anno"

Intervista al meteorologo di MeteoSvizzera che smentisce la tradizione: "Non è suffragata da dati scientifici. E l'inverno è ancora lungo (anche per le nevicate)"

LOCARNO – Gli ultimi tre giorni di gennaio sono, per tradizione popolare, considerati i tre giorni più freddi dell’anno: i cosiddetti “giorni della merla”. Eppure, la credenza popolare viene da un paio di anni sconfessata dall’evidenza meteorologica. Anche quest’anno, quindi, la tendenza degli ultimi anni dovrebbe verificarsi. Colpa dei cambiamenti climatici? Cosa sta succedendo al clima?

Domande che abbiamo posto al meteorologo di MeteoSvizzera Marco Gaia, con il quale abbiamo scambiato qualche chiacchiera in vista degli ultimi giorni di gennaio e sull’inverno in generale. “I giorni della merla – dice a Liberatv – sono definiti per quanto riguarda la tradizione come dei giorni in cui le temperature tendono a calare verso il basso, come se ci fosse un’ondata di aria fredda che arriva verso di noi”.

“Per valore assoluto di temperature – continua – dipende da un anno all’altro. In ogni caso, per il 2020 non ci sono al momento indizi che fanno pensare all’arrivo di aria particolarmente fredda nei tre giorni della merla”. Ma da cosa nasce questa credenza popolare? “Nella climatologia del versante sudalpino ci sono delle singolarità meteorologiche. Parliamo di fenomeni che avvengono più o meno a un certo periodo dell’anno e si presentano con una certa ricorrenza: alcuni con frequenza maggiore, altri con frequenza un po più sporadica. Nei secoli, non disponendo di conoscenze scientifiche, i contadini hanno provato a dare delle spiegazioni un po’ fantasiose per questi eventi. Per quanto riguarda i giorni della merla, penso sia una questione di statistica: trovandoci proprio in pieno inverno, le probabilità che faccia più freddo rispetto ad altri giorni sono più alte. È da qui che nasce la tradizione, anche se dal punto di vista meteorologico non si riesce a mettere in evidenza una diminuzione costante o regolare delle temperature in questi tre giorni. Diciamo che è una tradizione popolare non suffragata da dati scientifici. Non è assolutamente vero – afferma l’esperto – che gli ultimi tre giorni di gennaio sono i più freddi dell’anno”.

Archiviata la questione ‘giorni della merla’, chiediamo al meteorologo di Locarno-Monti se l’attuale inverno – contraddistinto dall’assenza prolungata di precipitazioni – è da considerarsi anomalo o meno. “Si tende a pensare al contrario – dice –, ma l’inverno dalle nostre parti è sempre una stagione secca e con meno precipitazioni rispetto ad altre stagioni. È vero, per quanto riguarda le precipitazioni, siamo un pelo sotto a livello di medie ma basterebbe una bella piovuta per rimettere tutto in ordine. È anche vero che sia in ottobre che in novembre abbiamo avuto diversi momenti di pioggia che sono andati a beneficio del terreno. Al momento, quindi, non possiamo dirci preoccupati dal periodo di siccità. Poi, posso capire che i gestori delle stazioni sciistiche possano avere un po’ di carenze di neve...”.

Ma in Ticino facciamo bene a sperare ancora nella neve? “Certo che sì, come recita un noto proverbio luganese ‘l’inverno non ha mai mangiato il lupo’. L’inverno è ancora lungo e fino a febbraio/marzo è lecito aspettarsi delle nevicate. D’altronde, la nevicata più tardiva mai registrata dalla nostra stazione di Locarno-Monti risale ai primi giorni di maggio...”.

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