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Cronaca
07.10.2020 - 15:030

Ermani: "Il Consiglio della Magistratura ci ha chiesto un rapporto, era nostro dovere inviarlo"

Il presidente del Tribunale penale cantonale si spiega a Matrioska: "L'abbiamo condiviso con Pagani per una questione di lealtà, è lui a esercitare l'alta vigilanza sui procuratori pubblici. E l'ho fatto precedere da due WhatsApp"

BELLINZONA  - Mauro Ermani, presidente del Tribunale Cantonale, ieri è intervenuto a Matrioska, condotta da Marco Bazzi, per spiegare la sua posizione: non per difendersi, han più volte precisato. Gli pareva corretto parlare a tutela della Magistratura, ha sottolineato.

“Si è saputo che il Procuratore Generale Andrea Pagani condivide nella sostanza quanto indicato dal Consiglio della Magistratura sui cinque procuratori pubblici bocciati. Nel giugno 2020 in Consiglio della Magistratura stesso ha chiesto al Tribunale Penale cantonale, non solo a noi ma anche a noi, di fornire dai dati quantitativi e qualitativi sull’operato dei procuratori pubblici, chiedendo di aggiungere eventuali posizioni che necessitavano un approfondimento”, ha raccontato. “Sono state segnalate due posizioni ritenute problematiche, non parliamo di chiacchiere o cose inventate perché si è fatto riferimento a incarti e sentenze. In un altro caso si è evidenziato come lo scarso numero di atti d’accusa, peraltro rinviati al Ministero Pubblici, potesse destare qualche preoccupazione. Su altri due procuratori pubblici non è stato segnalato nulla”.

Il documento, ha aggiunto, è stato inviato al Consiglio della Magistratura il 24 luglio e durante il processo di valutazione dei procuratori pubblici Ermani stesso non ha avuto contatti col presidente del CdM. "Se non avessi trasmesso quel rapporto, sarei venuto meno al mio compito".

“Teniamo presente che l’azione dell’alta vigilanza sui procuratori pubblici non è direttamente del Consiglio della Magistratura bensì del Procuratore Generale. Per lealtà e trasparenza, gli è stato trasmesso il rapporto, eravamo attorno ai primi giorni di agosto. Il documento è stato preceduto da due messaggi WhatsApp dove riassumevo il contenuto: ma attenzione, non ho mai usati i termini ‘male’, ‘malissimo’, ‘pessimo’”, ha proseguito Ermani. Le parole usate, conferma, sono ‘preoccupante’ e ‘problematico’.

Sul messaggini riguardante la sua collaboratrice, ha ribadito come esso fosse stato inviato ben prima della bufera delle bocciature, quando l’unico posto vacanze era quello di Minesso. E ha sottolineato ancora una volta il carattere ironico e sarcastico, spiegando che, per stemperare la pressione del lavoro, spesso usa il sarcasmo e l’ironia stessi. Con Pagani si è scambiato anche altri messaggi non strettamente legati al lavoro, da notizie sulle vacanze agli auguri del primo agosto, “come accade tra due persone che oltre al rapporto professionale ne hanno uso basato sulla cordialità”.

Il suo auspicio, infine, è stato che i deputati in Gran Consiglio possano decidere nel miglior modo sull’elezione dei procuratori pubblici.

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