CRONACA
Zurigo, il ministro Fehr: "Via la cittadinanza svizzera a quel ragazzo"
Il Consigliere di Stato chiede il pugno di ferro per il 15enne franco-tunisino autore dell'accoltellamento all'ebreo ortodosso: "In Svizzera non c'è posto per i terroristi". Ma si può fare?

ZURIGO - A quel giovane va revocata la cittadinanza svizzera. Il Consigliere di Stato Mario Fehr, responsabile della sicurezza del Canton Zurigo, chiede una pena esemplare per il 15enne autore sabato scorso dell’accoltellamento a un ebreo ortodosso. “In Svizzera non c’è posto per i terroristi”, afferma Fehr intervistato dalla NZZ che, oltre ad auspicare la condanna più severa possibile per il ragazzo, chiede per l’appunto che gli venga ritirato il passaporto svizzero. Passaporto ottenuto dal protagonista della vicenda, di origine tunisina, nel 2011, quando era bambino.

A pesare sulle spalle del 15enne, oltre al fatto di sangue di per sé, c’è un video realizzato prima dell’accoltellamento, in cui si definisce un sostenitore dell’Isis e un soldato del califfato. Un’aggravante sia dal profilo giudiziario sia dal punto di vista dell’opinione pubblica zurighese, che è rimasta letteralmente scioccata per l’accaduto.

La revoca della cittadinanza in svizzera è un provvedimento estremamente raro ma possibile anche per i minorenni. Per farlo scattare occorre innanzitutto una sentenza di condanna definitiva e che il cittadino interessato sia in possesso di un doppio passaporto. “Per quanto ne sappiamo ha la doppia cittadinanza tunisino-svizzera», spiega Fehr.  Naturalmente occorre anche che il condannato abbia commesso un reato tale da risultare “significativamente dannoso” per gli interessi o la reputazione della Svizzera. Parliamo di reati come terrorismo, minaccia alla sicurezza interna, genocidio o crimini contro l’umanità. Il nostro Paese dal 2012 ha un accordo con la Tunisia che prevede il rimpatrio forzato per casi come quello in oggetto. 

La revoca della cittadinanza è prevista in Svizzera dalla seconda guerra mondiale, allora ne furono ritirate 23. Poi più nulla fino al 2020,  quando una madre 30enne svizzero-francese di Ginevra, si era trasferita in Siria per aderire allo “Stato islamico”. Un secondo caso riguardava un turco nato e naturalizzato in Svizzera. Aveva aiutato le persone a recarsi nella zona di confine siro-irachena per combattere per l’Isis. La segreteria di Stato delle migrazioni, interpellata dalla NNZ, ha riferito che finora sono state 7 le decisioni a favore della revoca, tutti per reati legati al terrorismo, di cui 3 applicate, 2 ancora pendenti e altre 2 archiviate.

Per restare sempre aggiornati con le notizie principali di Liberatv.ch, iscriviti gratuitamente al canale Whatsapp (clicca qui) - E ricordati di attivare la campanella....   

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Potrebbe interessarti anche

CRONACA

L'agressore 15enne, l'ebreo accoltellato e il video pro Isis: Zurigo è sotto shock

POLITICA E POTERE

La Lega e la cura Gobbi

In Vetrina

OLTRE L'ECONOMIA

"Non è per il futuro, è un freno al futuro": la Camera di Commercio boccia l'iniziativa della GISO

19 NOVEMBRE 2025
PANE E VINO

Torna a Lugano Vini in Villa, il festival che celebra il vino ticinese e le sue nuove storie

19 NOVEMBRE 2025
LETTURE

Un anno di libri nel nuovo catalogo Fontana Edizioni: 800 titoli, 50mila copie

18 NOVEMBRE 2025
LETTURE

"A strèpp e bucún" di Carlo Donadini: "Il dialetto come memoria viva"

18 NOVEMBRE 2025
MEDICI IN PRIMA LINEA

Bufera medica, Denti furibondo con Garzoni: "Basta misinformazione!"

14 NOVEMBRE 2025
LETTURE

“Terra ticinese” porta il Mendrisiotto in prima pagina

11 NOVEMBRE 2025
LiberaTV+

POLITICA E POTERE

Caso Hospita, ecco i nuovi elementi

11 NOVEMBRE 2025
ANALISI

Il Parlamento e il processo alla Lega

12 NOVEMBRE 2025
ANALISI

CPI Hospita-Lega: no ai deputati, ecco chi

13 NOVEMBRE 2025