POLITICA E POTERE
Paolo Bernasconi strizza l'occhio ai leghisti contro la Cina. Gelo da via Monte Boglia
L'avvocato, pronto a dare battaglia sull'accordo commerciale tra Berna e Pechino, ipotizza una convergenza: "Sono anticomunisti: ottima premessa". La replica di Boris e Attilio Bignasca
LUGANO - Per la serie "cose stravaganti della politica svizzera", che per sua natura, non è certo una novità, su temi specifici fa sbocciare alleanze "innaturali", tra persone o partiti lontanissimi, addirittura tra "nemici". Metti ad esempio Palo Bernasconi, il più antileghista del cantone, e appunto, la Lega e i suoi elettori. Una liason che solo a pronunciarla fa impressione, politicamente parlando.Attenzione, chiariamolo bene: nessun accordo o alleanza fatta o in vista, né da una parte né dall'altra. Anche perché un conto è il partito e un conto sono gli elettori, che votano come credono, al di là degli ordini di scuderia. Qui, raccontiamo solo di un occhiolino. Quello fatto al movimento di via Monte Boglia e ai leghisti da Paolo Bernasconi. Tutto nasce dalla nuova battaglia dell'avvocato luganese contro l'accordo di libero scambio siglato tra Cina e Svizzera. Bernasconi, domenica, si è detto pronto a promuovere un referendum se il Parlamento svizzero non inserirà nel contratto commerciale tra i due paese, una clausola sul rispetto dei diritti umani. "La Svizzera si fa pagare dalla Cina per rinunciare ai suoi principi", ha tuonato l'ex procuratore pubblico domenica dalle colonne di Le Matin. E in un'intervista rilasciata ieri a 20 minuti ci è andato ancora più pesante: "Maurer definisce la Svizzera Davide contro Golia. In questo caso Davide lecca i piedi, anzi gli stivali ai generali cinesi. Il presidente Maurer è il primo capo di Stato occidentale a recarsi in visita ufficiale dall'esercito cinese. Ma se lo immagina se Adolf OGi fosse andato in vistati dall'Armata Rossa? Il nostro presidente ha onorato i vertici del più grande esercito comunista del Mondo"."È necessario che il nostro Paese faccia una scelta - ha aggiunto Bernasconi - o stiamo dalla parte del denaro o stiamo dalla parte dei milioni di miserabili sfruttati e incarcerati in Cina".E poi c'è il passaggio più sfizioso dell'intervista. Chiede il giornalista a proposito dei larghi consensi politici necessari per avere successo in un'impresa referendaria del genere: "Con i suoi scontri con la Lega, non teme di essersi alienato una buona fetta dell'opinione pubblica ticinese?". Risposta di Bernasconi: "Ricordo una pagina del 10 minuti. Attaccavano i comunisti cinesi per il mancato rispetto dei diritti umani in Tibet. Mi pare un'ottima premessa: la Lega è anticomunista, buona parte della Svizzera lo è. E qui si sta parlando di allearsi con la falce il martello". Fin qui Bernasconi. Abbiamo girato le considerazioni dell'avvocato in via Monte Boglia, per raccogliere una reazione: "Sono contento che Paolo Bernasconi abbia letto approfonditamente il 10 minuti e conosca a memoria tutti i numeri del giornale", risponde con ironia Boris Bignasca, direttore del Mattinonline. "Credo che tutti gli accordi commerciali favorevoli alla Svizzera siano da promuovere - aggiunge - e quelli che portano svantaggi da abolire. La Svizzera con la Cina dimostra di essere un grande Paese internazionale anche senza far parte dell'Unione Europea. Quanto al comunismo, dovrebbe essere morto nell'1989 con la caduta del muro di Berlino, no?". Dello stesso tenore la reazione del coordinatore della Lega Attilio Bignasca: "Mi sembra che Paolo Bernasconi sia rimasto ai tempi di Lenin. Non merita neanche che perdiamo un secondo di tempo a di discutere un'alleanza con lui. La Cina è vicina, come dice il detto. E non è la piccola Svizzera che può far cambiare la politica cinese, dopo che hanno fallito tutte le super potenze. La Lega senz'altro è anticomunista, perché è un Movimento sociale e democratico. Ma bisogna ammettere che la Cina sta facendo progressi. porgessi non facili per una Paese di quelle dimensioni. Bisogna aver pazienza".
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