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26.09.2020 - 11:030

Dadò non molla. Dopo il no alla CPI, chiede un audit esterno indipendente. "Fatto un passo indietro di trent'anni nella lotta agli abusi"

Lo ha chiesto con una mozione: l'audit dovrà “operare una valutazione generale delle direttive e prassi attualmente in vigore, e offra eventuali proposte di adeguamento per rafforzare la tutela delle persone da abusi e molestie”.

BELLINZONA – Fiorenzo Dadò non molla e rilancia per avere chiarezza su quanto effettivamente successo una quindicina d’anni fa in seno al DSS, dove tre giovani donne hanno denunciato molestie sessuali. In settimana il Gran Consiglio ha detto no ad una Commissione Parlamentare d’Inchiesta, con uno strascico di polemiche che ancora non si è spento, ora il presidente del PPD chiede con una mozione un audit esterno indipendente.

Esso dovrebbe “operare una valutazione generale delle direttive e prassi attualmente in vigore, e offra eventuali proposte di adeguamento per rafforzare la tutela delle persone da abusi e molestie”.

Quel che gli dà fastidio, come spiega a La Regione, è che “al di là di ogni ragionamento sull'opportunità o meno di una Cpi, di fatto il problema del come vengono affrontati gli abusi all'interno dell'Ente pubblico non verrà analizzato e quindi rimane tuttora irrisolto o nel dubbio”: non si può restare nell’impassibilità, per chi ha subito e per chi subirà, è convinto Dadò.

Non solo per gli abusi a livello sessuale, bensì anche in caso di mobbing, stalking, violenze, intimidazioni, molestie in genere, minacce, umiliazioni, i datori di lavoro devono ascoltare le vittime e far sì che esse denuncino.

“Mi auguro che tutti la sostengano senza se e senza ma, perché in Gran Consiglio anche i contrari alla CPI hanno mostrato, almeno a parole, sensibilità nei confronti delle donne abusate e di queste gravi situazioni”, è il suo auspicio, sebbene “è stato fatto un passo indietro di almeno trent'anni nella lotta agli abusi, perché se neanche il parlamento, di fronte alle parole allarmanti del giudice Villa (che si scusò con chi ha subito gli abusi, ndr), ritiene di dover far qualcosa, immaginiamoci a chi dovrebbero ancora credere le vittime”.

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