POLITICA E POTERE
L'MPS dopo la sentenza: "Né pace, né giustizia per i morti di Covid a Sementina"
"Invitiamo il Ministero pubblico a ricorrere contro questa sentenza, dimostrando di avere tempo e risorse da dedicare alle questioni serie e rilevanti, e non solo a intentare ricorsi ridicoli"
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CRONACA

Morti per Covid, prosciolti (e indennizzati) i vertici della Casa anziani di Sementina

15 MAGGIO 2025
CRONACA

Morti per Covid, prosciolti (e indennizzati) i vertici della Casa anziani di Sementina

15 MAGGIO 2025

Riceviamo a pubblichiamo dal Segretariato del Movimento per il socialismo

Il Movimento per il Socialismo (MPS) prende atto con tristezza, ma non con grande sorpresa, della decisione della Corte di appello e di revisione penale (CARP), che ha prosciolto i vertici della casa anziani di Sementina. I tre imputati – la direttrice sanitaria, il direttore amministrativo e l’ex capa struttura dell’istituto – erano stati riconosciuti colpevoli, seppur parzialmente, il 18 gennaio 2023 dalla Pretura penale, che aveva rilevato un certo livello di negligenza, in particolare per la mancata applicazione delle disposizioni emanate dal medico cantonale durante la pandemia di Covid.

Di fronte a questa sentenza, che di fatto annulla quella di primo grado, non si può che rimanere allibiti, soprattutto pensando all’elevato numero di vittime registrate nella casa anziani di Sementina. Il semplice fatto che simili episodi non si siano verificati con la stessa gravità in altre strutture dovrebbe, già in base al semplice buon senso, portare alla conclusione che nella gestione dell’istituto qualcosa non ha funzionato.

Buon senso che, a quanto pare, non appartiene ai giudici della CARP, i quali non hanno ritenuto significativa – né meritevole di approfondimento – la vera e propria ecatombe avvenuta nella struttura, né hanno cercato di comprenderne, come aveva invece tentato di fare la Pretura penale, le cause effettive.

Le motivazioni con cui la CARP ha deciso di ribaltare la sentenza di primo grado riflettono un approccio estremamente formale: un requisito certamente rilevante dal punto di vista giuridico, ma che spesso contrasta con le più elementari esigenze di giustizia sostanziale. Appare particolarmente cavillosa, ad esempio, la distinzione operata dalla Corte in merito alle inadempienze della direzione, come nel caso dell’ingresso – in piena pandemia – di tre operai esterni nella struttura, nonostante fosse in vigore un divieto d’accesso emanato dal medico cantonale. Secondo la CARP, tali direttive non sarebbero state di competenza del medico cantonale, bensì del Consiglio di Stato, e dunque da intendersi più come raccomandazioni che come obblighi vincolanti.

Il risultato di questa interpretazione è sotto gli occhi di tutti: una trentina di anziani morti a Sementina. Siamo certi che i membri della CARP si renderanno disponibili a spiegare ai familiari delle vittime come e perché questa sentenza rappresenti – al di là delle apparenze – un “trionfo della giustizia”.

Il risultato di tutto questo è che nessuno è responsabile della morte di oltre trenta persone in una struttura nella quale avrebbero dovuto essere protetti.

L’MPS ritiene che sentenze di questo tipo, difficilmente comprensibili dalla popolazione, non contribuiscano a rafforzare la fiducia nella giustizia, già messa a dura prova negli ultimi anni da vicende che ne hanno evidenziato la vicinanza al potere politico e alle sue logiche spartitorie. Non si può escludere che questa decisione venga percepita da molti come una sentenza in parte “politica”, tesa a chiudere una pagina dolorosa della gestione sanitaria cantonale senza attribuire responsabilità.

Del resto, gli indizi in tal senso c’erano fin dall’inizio: solo un ingenuo avrebbe potuto ignorare come la composizione della difesa – un avvocato democristiano, uno liberale e uno socialista – riflettesse i tradizionali equilibri politici presenti anche nella magistratura.

L’MPS invita il Ministero pubblico a ricorrere contro questa sentenza, dimostrando di avere tempo e risorse da dedicare alle questioni serie e rilevanti, e non solo a intentare ricorsi ridicoli, come quello promosso dal Municipio di Bellinzona contro il proscioglimento dei rappresentanti dell’MPS in una recente decisione.

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