"Io candidato al Governo nel 2027? Non lo escludo, ma oggi la mia testa è su quello che c’è da fare, non su quello che potrei fare”
In un’intervista a tutta pagina sul Corriere del Ticino firmata da Gianni Righinetti il coordinatore della Lega, Daniele Piccaluga, affronta alcuni temi di attualità politica che toccano il movimento, dall’arrocco all’alleanza con l’UDC e parla delle relazioni con gli altri partiti. Ecco alcune pillole del Picca-pensiero.
Sull’arrocco
“Ho guardato la Lega e mi sono detto: osiamo, lanciamoci. Forse si poteva fare prima, ma con i “se” e con i “ma” non si cambia nulla. E quindi questo è stato davvero il mio imprinting, tornando in mezzo alla gente, con il coraggio di chi preferisce muovere le acque piuttosto che lasciarle stagnare (…). Definirci totalmente soddisfatti sarebbe esagerato, ma siamo comunque orgogliosi di avere portato a casa un cambiamento, di avere aperto un varco su qualcosa che appariva un tabù”.
Sul Governo e sulla Lega
"A smuovere un Governo immobile ci è voluta la Lega. Ma vogliamo ammetterlo o a qualcuno dà tanto fastidio? È solo la prima mossa per abbattere il dipartimentalismo (…). Dal 26 di gennaio ho sentito mille volte i miei colleghi, i presidenti: abbiamo pronto questo, facciamo quello, il Governo del Mulino bianco. Ma sono rimaste solo parole. Noi, invece, abbiamo agito. Che poi non sia stato capito, o volutamente non è stato compreso, è un’altra storia. Ci hanno ricamato sopra e montato la panna in molti. Ma nessuno ammette che la Lega c’è. Eccome se c’è”.
Sull’accordo con l’UDC
“Ribadisco la possibilità di un accordo al 50%. Resto fiducioso e con Marchesi non ho alcun problema. Da coordinatore della Lega, ovviamente, auspico di ritrovare i due uscenti al cancelletto di partenza. Claudio Zali farà le sue valutazioni: mi ha promesso una decisione nei prossimi mesi e non credo che tarderà. Poi, in ogni caso, apriremo la discussione con l’UDC. Dopo le cantonali ci sono le federali e si tratterà di capire se per i democentristi conta più Zali o i due seggi in Consiglio nazionale. Per gli Stati, poggiando sul maggioritario, regole e logiche saranno un’altra partita (…). Sui temi che sono patrimonio comune abbiamo già collaborato. Certo, non sono mancate tensioni, ma fa parte del gioco. Dopo tre schiaffi, però, è normale reagire: non ci si può ritenere alleati e sparare in continuazione. Ma lo dico con il sorriso di chi è pronto a sedersi al tavolo”.
Sul Mattino
“Non sempre mi è piaciuto quello che ho letto. So che farà sorridere qualcuno, ma la realtà è sempre la stessa: il ‘‘ Mattino’’ non è il giornale della Lega”.
Su Fiorenzo Dadò
“Spesso e volentieri con lui ci si scontra: credo abbia un amore viscerale verso la Lega. Ma poco importa. Non ho tempo da perdere con lui: nella Lega c’è troppo da fare per restare a pensare al nulla cosmico”.
Piccaluga candidato al Governo alle cantonali del 2027?
“In politica, come nella vita, è tutto possibile. Non lo escludo, ma oggi la mia testa è su quello che c’è da fare, non su quello che potrei fare”.