Il ministro ci va giù durissimo dopo la richiesta di un audit da parte dei due parlamentari: "Il loro agire non ha alcun senso, se non di campagna pre-elettorale"
BELLINZONA - Premessa: "Il mio messaggio è che la polizia è sana, funziona bene e i cittadini non hanno bisogno di allarmarsi. Quando riceverò il rapporto lo leggerò, ne discuterò con i vertici della polizia, con le parti sindacali e con tutti quelli con cui va discusso. Poi valuteremo le soluzioni ed eventuali correttivi". Firmato, Claudio Zali.
Ma queste sono le uniche parole distensive da parte del responsabile politico della polizia cantonale (dopo l'arrocchino). Il resto delle dichiarazioni rilasciate da Zali alla Domenica sono per lo più un attacco durissimo a Fiorenzo Dadò e Natalia Ferrara. Una reazione ruvida alla mozione dei due deputati che hanno proposto un audit indipendente sulla polizia cantonale, a seguito dei risultati del sondaggio interno promosso dai sindacati sul clima di lavoro all'interno del Corpo.
"Il problema - afferma Zali - è che taluni membri del nostro Legislativo stanno male se non leggono il loro nome sul giornale ogni tre giorni. C’è un problema di metodo. Nel nostro ordinamento esiste il principio della separazione dei poteri, per cui il Legislativo fa il Legislativo, l’Esecutivo fa l’Esecutivo e il Giudiziario fa il Giudiziario. Ora, verificare i risultati di questo sondaggio e portarli in discussione con il comandante della polizia e con tutte le parti interessate è compito del Consiglio di Stato. Invece noto con dispiacere che ci sono due parlamentari che mettono fuori la freccia per superare a destra l’Esecutivo, avanzando scenari catastrofici. Se non fosse che si parla di polizia cantonale potrei anche fregarmene di questo modo di procedere schizofrenico. Ma qui no, non posso tacere, perché vorrebbe dire lasciar passare il messaggio che in polizia ci sono seri problemi".
"La polizia - ribadisce il ministro alla Domenica - è un corpo sano, funziona bene, i cittadini non si devono preoccupare perché la sicurezza è garantita . Poi ci possono essere dei problemi, come in qualsiasi struttura. Bisogna affrontarli e cercare delle soluzioni. Ma questo lo si fa internamente, seguendo le procedure. Non si sentiva alcuna necessità che questi due parlamentari bruciassero i tempi chiedendo un audit esterno sulla base dei risultati di un sondaggio che io non ho ancora ricevuto sul tavolo e che probabilmente nemmeno loro hanno letto. Per qualcuno sembra che le soluzioni per il nostro cantone siano sempre fuori cantone, come se noi fossimo una manica di incapaci. A questi due deputati ricorderei il principio della separazione dei poteri. Che lascino fare il lavoro a chi lo deve fare. Questo loro starnazzare non ha alcun senso, se non di campagna pre-elettorale".
Zali sottolinea anche il "peso" politico di Dadò e Ferrara: "Fossero due cani sciolti, sarebbe un’altra cosa. Ma questi sono due parlamentari influenti di due partiti di governo. È legittimo chiedersi se stiano parlando per loro stessi o anche per i loro partiti. Chi rappresentano questi due parlamentari con queste sortite che evidentemente non portano nulla di buono al funzionamento del nostro cantone e ai corretti rapporti tra livelli istituzionali?".