SECONDO ME
Cambiano i vertici della difesa, "quale futuro per la Svizzera?"
Thierry Burkart: "Cruciale la scelta di chi guiderà il Dipartimento della difesa, dovrà prendere decisioni fondamentali dal primo giorno"

Di Thierry Burkart

Nel Dipartimento della Difesa non si lascia nulla al caso. Dopo l’addio della consigliera federale Viola Amherd, anche il capo dell’Esercito Thomas Süssli e il direttore del Servizio di informazione della Confederazione, Christian Dussey, lasciano il loro incarico. A loro si aggiungono il responsabile del progetto F-35 e il comandante dell’Aeronautica, entrambi destinati al settore privato. Allianz Security Svizzera prende atto con rammarico di queste dimissioni: l’Esercito perde un comandante che si è speso con determinazione per rafforzare la struttura militare e promuovere l’indispensabile crescita della capacità difensiva del Paese. Ma il percorso di rilancio non è ancora completato.

La situazione geopolitica non consente distrazioni o battute d’arresto. L’Esercito deve concentrare tutte le sue energie sulla ricostruzione della propria capacità di difesa. Anche nell’ipotesi di una tregua imposta nel conflitto in Ucraina, i segnali restano allarmanti. Gli atti di terrorismo si moltiplicano, come dimostrano i sabotaggi ai cavi sottomarini in Europa e a Taiwan, così come le sempre più frequenti operazioni di disinformazione. Gli attacchi informatici si sono normalizzati al punto da non fare più notizia. Nel frattempo, la Russia si prepara a nuovi scenari bellici. La Svizzera non può permettersi di restare indietro.

Negli ultimi mesi, si sono susseguiti scandali e segnalazioni di gravi criticità nel settore della difesa. Il Consiglio federale ha la responsabilità di garantire un esercito all’altezza delle sfide geopolitiche e di sicurezza attuali. Ma, allo stato attuale, questa condizione non è soddisfatta. È dunque cruciale la scelta del successore alla guida del Dipartimento della difesa: chi assumerà l’incarico dovrà prendere decisioni fondamentali fin dal primo giorno. Non solo per risolvere i problemi legati ai progetti d’acquisto da miliardi di franchi, sempre sotto attacco da parte della sinistra, ma anche per affrontare la necessaria riorganizzazione del Dipartimento e delle sue strutture.

Le questioni aperte sono numerose e urgenti:

    • Ripristinare la capacità difensiva dell’Esercito.
    • Definire una strategia di difesa globale che ottimizzi il coordinamento tra i vari settori.
    • Raggiungere un livello tecnologico all’avanguardia per le forze armate.
    • Applicare le lezioni apprese dallo scandalo di corruzione RUAG.
    • Ristrutturare e correggere le criticità nel Servizio delle informazioni.
    • Definire condizioni quadro per l’industria bellica che ne garantiscano la sopravvivenza in Svizzera e, di conseguenza, la capacità difensiva nazionale.
    • Rafforzare il principio di milizia e l’obbligo di leva per garantire il necessario afflusso di personale nell’Esercito e nella protezione civile.
    • Migliorare la cooperazione con i Paesi vicini nel settore della difesa.
    • Allineare la politica estera con la strategia di sicurezza nazionale.

L’obiettivo prioritario deve essere la sicurezza del Paese e il pieno ripristino della sua capacità difensiva. La responsabilità ricade sull’intero Consiglio federale. Il tempo stringe.

*senatore Plr e presidente dell'associazione Allianz Security Svizzera

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