SECONDO ME
Accrocchio, i siluri di Dozio contro Carobbio e il PS: "Genuflessi di fronte alla Lega"
"Opportunismo? Paura? Incompetenza? Strabismo? Forse il termine più azzeccato è paraculismo... Il timore reverenziale degli organi di partito nei confronti della consigliera di Stato tocca vertici fantozziani"
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POLITICA E POTERE

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15 LUGLIO 2025

di Fabio Dozio (opinione pubblicata su naufraghi.ch) *

Grande è la confusione sotto il cielo socialista e la situazione politica non è per niente eccellente. Prendiamo l’ultima newsSocialiste, dedicata alla “tragicomica” (NZZ) proposta leghista di scambio di Dipartimenti fra Norman Gobbi e Claudio Zali.

Il Consiglio di Stato ha assecondato le richieste leghiste e ha concesso uno scambio di responsabilità, mentre tutto il Paese si aspettava un netto rifiuto del cosiddetto arrocco. La cattiva notizia è il cedimento del governo, la buona è che Norman Gobbi è stato dimezzato.

I socialisti informano che la riunione congiunta della direzione e del gruppo parlamentare è stata proficua, perché “ha toccato anche il tema più ampio del ruolo diverso tra partito e rappresentante socialista in Governo”. Un tema mica da poco, ma che non viene esplicitato: ci si accontenta di “ringraziare Marina per l’importante e difficile lavoro che svolge per rafforzare le nostre istanze in seno al Governo”. Quali istanze? Il licenziamento contestato di un docente, per la modalità, dal Tribunale amministrativo (TRAM)? Oppure le nomine di due funzionari, annullate sempre dal TRAM, a causa di una procedura di assunzione lacunosa? O si tratta del sostegno alle farneticazioni leghiste?

Ma attenzione al succo del comunicato: si spiega che si “è fermato questo tentativo di arrocco” grazie alla reazione “della cittadinanza e dei partiti” ma: “il Governo ha dovuto trovare una via d’uscita per garantire il buon funzionamento interno”, “riteniamo comprensibile la decisione del Consiglio di Stato, che in termini di operatività del Governo, è la soluzione che riduce al minimo i danni. Uno strappo, una prova di forza, lo sfruttamento di quest’occasione per isolare la Lega, non sarebbe nell’interesse del Paese”.

Difficile capire un simile arrampicamento sui vetri: la Lega fa una proposta assurda, criticata da tutti, e i socialisti l’accontentano per non trattarla male. La giustificazione è il solito richiamo retorico “all’interesse del Paese”: ma dai! Negli ultimi cinquant’anni non si è mai visto un comunicato socialista che esprima un così elevato… come dire? Opportunismo? Paura? Incompetenza? Strabismo? Forse il termine più azzeccato è paraculismo, “atteggiamento furbo e spesso opportunistico”.

Il comunicato spiega, dopo che il Movimento per il socialismo aveva già raccolto il sostegno di 30 deputati per convocare la riunione del Gran Consiglio onde discutere lo scottante tema (giusto, il Parlamento ha anche il compito di alta vigilanza sul Consiglio di Stato), anche la maggioranza del gruppo PS ha deciso di sottoscrivere la richiesta. Ma i distinguo filogovernativi non mancano di stupire: “il nostro obiettivo per questa seduta non è alimentare la ‘politica-spettacolo’, né attaccare il Governo aprioristicamente”. Il governo è forse a maggioranza di sinistra? Un esecutivo rosso verde che va trattato con i guanti di velluto?

Qui casca l’asino. Il problema è che la decisione del Governo di assecondare i capricci leghisti è stata presa all’unanimità. Marina Carobbio, sedotta dai leghisti, non vuole isolare la Lega, non vuole lo strappo. Ecco il punto cruciale e dolente: “il ruolo diverso tra partito e rappresentante socialista” è che la base del partito vorrebbe bacchettare la Lega, mentre la consigliera e i vertici PS la assecondano. Una contraddizione grossa come un macigno! Il timore reverenziale degli organi di partito nei confronti della consigliera di Stato tocca vertici fantozziani.

Inoltre, in una interpellanza al Consiglio di Stato, il Gruppo socialista chiede di rispondere con urgenza a una serie di domande. Come mai si giunge a questa riorganizzazione che, vista dall’esterno, si legge come un fallimento della operatività dei due interessati? Quali condizioni sono state poste dal Consiglio di Stato? Ci sono altre misure per migliorare il funzionamento del governo? Come mai il Consiglio di Stato ha comunicato in modo così stringato?

Bene, ma queste domande non dovevano essere rivolte alla consigliera socialista all’indomani della decisione governativa? Come mai si invoca trasparenza nelle istituzioni e si è incapaci di praticarla in casa propria? Interrogare Carobbio sulle ragioni del suo asservimento alla Lega era il minimo che il partito dovesse fare.

Alla fine dell’interpellanza si lancia una proposta per il futuro: “che il Consiglio di Stato avvii una seria discussione sulla struttura dei dipartimenti”. Questa domanda doveva essere posta dopo aver bloccato l’arrocco, rifiutando di accontentare i leghisti e proponendo una riflessione seria sull’istituto governativo.

Se davvero si vuol guardare al futuro, ha ragione il direttore della Regione, che propone di discutere sul passaggio al sistema maggioritario per l’elezione del Consiglio di Stato, come avviene nella grande maggioranza dei Cantoni svizzeri. “L’iperbolico modello consociativo è riuscito in questi giorni a dare il peggio di sé – scrive Daniel Ritzer – dimostrando come l’inesistenza di una vera alternanza sia diventata una dinamica perversa, funzionale soltanto al perseguimento di interessi personali e partitici tesi a conservare porzioni di potere all’interno della macchina statale”.

È una storia vecchia. “Il Cantone ha bisogno di un governo che agisca con tempestività, efficienza decisionale e una forte progettualità. Ma le procedure di tipo consociativo rigidamente istituzionalizzate non sono fatte per rispondere a questi obiettivi: provocano una deresponsabilizzazione dei partiti perché il cittadino non ha la possibilità di verificare la coerenza fra azione e programma; la frammentazione e la dispersione del potere generano una bassissima capacità decisionale e risposte lente, spesso pasticciate e superate dagli eventi; scoraggiano le innovazioni e ostacolano le trasformazioni coraggiose perché ogni decisione è frutto di interminabili mediazioni; associando tutti al potere, annullano il ruolo delle opposizioni e, di fatto, impediscono il confronto fra programmi alternativi”. Sembra scritto oggi, ma è un testo dello storico Andrea Ghiringhelli del 1996!

I socialisti al governo sono (quasi sempre) inutili (vedi ordinaria amministrazione). Meglio stare all’opposizione piuttosto che accontentarsi di raccogliere le briciole che il tavolo della maggioranza borghese lascia cadere. Quest’ultimo evento, vero pasticcio istituzionale, con ministra e partito socialista genuflessi di fronte alla Lega, porta solo a consolidare l’antipolitica, anche se la si teme.

* giornalista

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