L'avvocato e deputato del Centro richiama diverse norme costituzionali e legislative che regolano la ripartizione dei Dipartimenti
BELLINZONA - Il deputato del Centro Gianluca Padlina solleva dubbi e perplessità istituzionali sul possibile scambio di Dipartimenti tra i ministri Norman Gobbi (Istituzioni) e Claudio Zali (Territorio), anticipato dal Mattino della domenica, ma non ancora formalmente deliberato dal Consiglio di Stato.
L’arrocco, stando alla Lega, dovrebbe avvenire in autunno 2025, ma alcuni segnali pubblici – in particolare la presenza e l’intervento di Zali alla cerimonia d’apertura dell’anno giudiziario, dove ha parlato come futuro direttore del Dipartimento delle istituzioni – fanno pensare che la decisione sia già stata presa de facto, senza le dovute formalizzazioni.
L'avvocato Padlina richiama diverse norme costituzionali e legislative che regolano la ripartizione dei Dipartimenti: una loro riassegnazione durante la legislatura – salvo in caso di elezione complementare – non è esplicitamente prevista e, se effettuata, richiederebbe la revoca o modifica della risoluzione governativa iniziale con una maggioranza qualificata (quattro voti su cinque), e non con una maggioranza semplice di tre voti contro due.
L’interpellanza sottolinea il rischio di una gestione improvvisata e poco trasparente, chiede chiarimenti sulle comunicazioni interne avvenute (o meno), e sull’effettiva collegialità delle decisioni in seno al Consiglio di Stato. Viene inoltre sollevata la questione della responsabilità operativa sul Preventivo 2026, con particolare riferimento all’incertezza su chi, tra i direttori uscenti o subentranti, dovrà gestire i dossier e le misure finanziarie.
Domande rivolte al Consiglio di Stato
Per poter disporre, nel corso della legislatura, di una riattribuzione dei Dipartimenti, il Consiglio di Stato deve procedere a una revoca e/o modifica della decisione adottata all’inizio della legislatura? Tale decisione richiede una maggioranza qualificata ai sensi dell’art. 69 cpv. 2 della Costituzione cantonale e dell’art. 18 cpv. 2 della Raccolta delle leggi del Canton Ticino?
Il Consiglio di Stato si è già formalmente determinato circa la riassegnazione della titolarità dei Dipartimenti delle istituzioni e del territorio?
In caso affermativo alla domanda 2: quando è stata concretamente adottata la decisione?
Sempre in caso affermativo: quale tipo di maggioranza è stata applicata? Quella assoluta o quella qualificata?
Quali sono le motivazioni alla base della riassegnazione? Si tratta di problemi di gestione interna o di difficoltà di relazione con Gran Consiglio o Comuni?
Sono stati informati quadri, staff o altri dipendenti dei due Dipartimenti? E se sì, prima o dopo la decisione governativa? Chi è stato coinvolto?
La partecipazione di Zali alla cerimonia del 2 giugno è stata preannunciata al Presidente del Tribunale d’appello e agli altri membri del Governo? Gli altri Consiglieri erano informati che si sarebbe presentato come futuro direttore del Dipartimento delle istituzioni?
Chi sarà responsabile della stesura del Preventivo 2026 per i due Dipartimenti coinvolti nel cambio? Gli attuali direttori o i subentranti?
Il Consiglio di Stato, quale organo collegiale, è stato messo di fronte al fatto compiuto da parte di alcuni suoi membri?
Le modalità di pianificazione e comunicazione di questo rimpasto sono state discusse e condivise in seno al Governo, oppure – come recita il titolo – “qualcuno ha messo il carro davanti ai buoi”?