SINDACATO E SOCIETÀ
Preventivo, l'OCST: "Aperti al dialogo, ma così non va"
Fabiola Gnesa: "L’azione delle organizzazioni sindacali riconosciute riveste un ruolo fondamentale e insostituibile nella tutela dei diritti di tutti i dipendenti pubblici"
TIPRESS

L’Assemblea del sindacato OCST dei dipendenti dello Stato, riunitasi giovedì 25 settembre a Rivera, ha approvato all’unanimità una risoluzione che esprime una ferma opposizione all’impostazione del Preventivo cantonale 2026. Il documento rivendica il pieno recupero del carovita, un rafforzamento degli investimenti nella pubblica amministrazione e l’adozione di misure strutturali per migliorare le condizioni lavorative del personale pubblico.

Rivendicazioni centrali per la dignità del lavoro pubblico
L’assemblea ha riaffermato inoltre due rivendicazioni centrali per il futuro del lavoro nei servizi pubblici: la settimana lavorativa di 40 ore e le 5 settimane di vacanza per tutti i dipendenti.
Raggiungere questi obiettivi significherebbe non solo riconoscere concretamente l’impegno quotidiano delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche compiere un passo indispensabile per rafforzare la qualità dei servizi offerti alla popolazione.

Nel suo intervento, la presidente della sezione Fabiola Gnesa (nella foto) ha illustrato il contesto che ha portato all’adozione di questa presa di posizione: «Il nostro sindacato ha denunciato con determinazione l’inadeguatezza dell’aumento salariale dello 0,5% concesso dal 1° gennaio 2025, una misura insufficiente a compensare l’erosione del potere d’acquisto causata dall’inflazione».


Il successo del risanamento IPCT: un modello di collaborazione istituzionale
La presidente ha inoltre posto l’accento sul significativo risultato conseguito nel risanamento dell’Istituto di Previdenza del Cantone Ticino (IPCT): «La soluzione adottata rappresenta il frutto di un dialogo costruttivo e responsabile tra il Consiglio di Stato, le organizzazioni sindacali e gli organi della Cassa previdenziale. Questo approccio collaborativo ha consentito di preservare la sostenibilità del sistema pensionistico, evitando drastiche riduzioni delle rendite – che avrebbero potuto raggiungere il 15% – e garantendo il raggiungimento di un grado di copertura dell’85% entro il 2051»
Un appello per il riconoscimento del servizio pubblico
Il documento approvato dall’Assemblea denuncia con forza che «risulta inaccettabile che le difficoltà finanziarie del Cantone vengano sistematicamente trasferite sulle spalle di coloro che quotidianamente assicurano il corretto funzionamento delle istituzioni e l’erogazione dei servizi essenziali alle cittadine e ai cittadini».
La risoluzione auspica l’apertura di un tavolo di confronto permanente tra le rappresentanze sindacali e l’Esecutivo cantonale, con un coinvolgimento più ampio e sistematico del personale nelle decisioni che lo riguardano.

Rivolgendosi direttamente alle lavoratrici e ai lavoratori del settore pubblico, Gnesa ha concluso: «Desidero ribadire che l’azione delle organizzazioni sindacali riconosciute riveste un ruolo fondamentale e insostituibile nella tutela dei diritti di tutti i dipendenti pubblici, siano essi funzionari dell’amministrazione, docenti o operatori del comparto socio-sanitario».


Dibattito finale
Al termine dei lavori assembleari si è tenuto un confronto tra Christian Vitta, Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle finanze e dell’economia, e Xavier Daniel, Segretario cantonale dell’OCST, durante il quale si è discusso delle preoccupazioni legate alla situazione finanziaria del Ticino e di come preservare e migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici in questa fase delicata.


📰 ARTICOLO PER TICINOLIBERO
OCST contro il Preventivo 2026: “Non siano i dipendenti pubblici a pagare la crisi del Cantone”
L’assemblea dei lavoratori approva all’unanimità una risoluzione: “Servono investimenti, non tagli. Il carovita va compensato integralmente”
RIVERA – L’Assemblea OCST dei dipendenti dello Stato, riunitasi giovedì 25 settembre a Rivera, ha approvato all’unanimità una risoluzione di forte opposizione al Preventivo cantonale 2026, chiedendo più equità e rispetto per il lavoro pubblico.

Il documento ribadisce alcune priorità ritenute “indispensabili” per garantire la qualità dei servizi e la dignità dei lavoratori: recupero integrale del carovita, settimana di 40 ore e cinque settimane di vacanza per tutti i dipendenti.

“La misura dello 0,5% di aumento salariale prevista dal gennaio 2025 è del tutto insufficiente – ha spiegato la presidente della sezione, Fabiola Gnesa – e non compensa la perdita del potere d’acquisto dovuta all’inflazione”.

Tra i temi centrali, anche il risanamento dell’Istituto di Previdenza del Cantone Ticino (IPCT), definito da Gnesa “un esempio di collaborazione istituzionale virtuosa” tra governo e parti sociali, che ha evitato tagli drastici alle rendite pensionistiche e fissato un obiettivo di copertura dell’85% entro il 2051.

La risoluzione approvata denuncia come “inaccettabile” il fatto che “le difficoltà finanziarie del Cantone vengano sistematicamente scaricate sulle spalle di chi ogni giorno garantisce il funzionamento dei servizi pubblici e parapubblici”.

In chiusura dei lavori si è svolto un dibattito tra Christian Vitta e Xavier Daniel, Segretario cantonale dell’OCST, incentrato sul futuro delle finanze ticinesi e sul riconoscimento del valore del lavoro nel settore pubblico.

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