“Al-Qaeda, che sta puntando molto da anni anche sull’Estremo Oriente, è ancora fortissima nell’Africa Sahariana, attraverso gli Al-Morabitoun, un gruppo comandato da Mokhtar Belmokhta, un jihadista soprannominato “il Guercio”. È fortissima in Algeria, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Mali, Yemen, Mauritania, Niger… Al-Qaeda e lo Stato Islamico sono avversari e si contendono la supremazia all’interno dell’Islam radicale. Gli attentati messi a segno in Africa sono quasi tutti da ascrivere ad Al-Qaeda. Questo dimostra che le due organizzazioni, entrambe di matrice salafista, si combattono anche sui metodi da utilizzare, su quale tipo di jihad adottare, e si fanno la guerra utilizzando anche noi, l’Europa, come strumento di supremazia e come campo di battaglia. Gli attentati in Mali, per esempio, sono stati rivendicati dagli Al -Morabitoun che fanno capo ad Al-Qaeda, la quale, ha una filosofia diversa: prima di fare la guerra fuori, vuole cacciare gli infedeli da Afghanistan, Siria e Iraq. Mentre lo Stato Islamico ritiene si debbano colpire gli infedeli ovunque si trovino, in particolare scatenando una guerra santa contro l’Occidente. Abu Bakr al-Baghdadi, che si è autoproclamato Califfo di tutto l’Islam, è ritenuto un usurpatore di quel titolo da parte di Ayman al-Zawahiri, attuale leader di Al-Qaeda. Ecco, ho tentato di sintetizzare un sistema molto complesso, in quanto esistono nel mondo oltre 130 gruppi di islamisti radicali. Quindi il problema è davvero enorme e non possiamo permetterci di sottovalutarlo nemmeno nella pacifica Svizzera”.