IL FEDERALISTA
Maurizio Agustoni e la domanda da 400 milioni
Il capogruppo del Centro: "L'unica strada per applicare le iniziative sui premi, è farlo gradualmente. Ad esempio dimezzandone il costo"

articolo a cura della redazione de ilfederalista.ch

È tornato in scena il professor Nils Soguel, direttore di Idheap (l’Istituto di studi superiori in amministrazione pubblica dell’Università di Losanna), colui che due anni fa ci fece sapere che il nostro Cantone ha un'Amministrazione pubblica più costosa della media svizzera. Soguel ha detto la sua, martedì in collegamento a distanza con il Consiglio di Stato e la Commissione parlamentare ‘Gestione e finanze’, a proposito del Preventivo 2026, con l’occhio puntato ovviamente anche alle due iniziative approvate dal popolo il 28 settembre. 

Ebbene lo studioso, come riferito da laRegione e come ci conferma il deputato capofila del Centro in Gran Consiglio, Maurizio Agustoni, davanti a un nuovo Preventivo cantonale a cifre rosse, non ha usato toni drammatici, evitando di infierire sulla rappresentanza del mondo politico ticinese che si trovava di fronte, al di là dello schermo.

“Soguel ci ha resi attenti al fatto che l'aumento delle spese non corrisponde a all'aumento delle entrate”, spiega Agustoni. Un male cronico. “Non che le uscite siano esplose o che vi sia stato ‘lassismo’ o megalomania da parte dello Stato – ha aggiunto il professore – ma, in modo abbastanza sistematico, le uscite restano superiori del 2-3% alle entrate”.

Come dire, in parole povere, che il Cantone non sa gestirsi finanziariamente… 

"È innegabile che vi sia stato un problema, negli ultimi anni in particolare. Anche se vi fu un periodo, tra il 2017 e il 2019, nel quale il Cantone fece degli utili. Quello che è cambiato in questi ultimi anni è che da un lato sono venuti meno i dividendi della Banca Nazionale (che hanno comunque un peso attorno ai 55 milioni di franchi l'anno), e dall’altro che vi sono stati sgravi fiscali che hanno ridotto il potenziale di entrata".

Sgravi di regola votati dal popolo, quando non imposti a livello federale…

"D’accordo, però ci sono state anche alcune decisioni popolari che hanno  aumentato la spesa in certi settori, in particolare nel trasporto pubblico, nelle strutture complementari alla scuola, con il tema della pedagogia speciale e…"

… e possiamo aggiungere con la votazione sui premi di cassa malati… Ma ci veniamo tra poco. Intanto, prima di fare le pulci alle scelte popolari – ci sta anche quello – vediamo di mettere sotto la lente quanto ci rimproverò lo stesso Soguel un paio di anni fa con lo studio sopra citato di Idheap: vi è un palese sovradimensionamento dell’apparato amministrativo del Cantone e una conseguente maggior spesa, rispetto alla media dei Cantoni svizzeri.

"Guardi, l'Idheap aveva fatto alcuni paragoni tra una media svizzera, cioè la media dei Cantoni, e il Ticino, dalla quale risultava che il nostro Cantone spendesse di più in numerosi ambiti rispetto appunto alla media dei Cantoni svizzeri. Ma quello che fa media non è in realtà sempre paragonabile. In quella media di spesa pro capite, Cantoni come Zurigo e Nidvaldo erano ponderati come uguali, mentre Nidvaldo di certo non ha un’università, non so se e quanti ospedali, e così via. Anche il dottor Soguel ha riconosciuto ieri che bisognerebbe considerare ambito di spesa per ambito di spesa e paragonare Cantoni che siano paragonabili".

Anche perché si avvicina il confronto sull’iniziativa interpartitica che mette in discussione l’imponenza del numero di dipendenti cantonali…"

"Chiaro, a quel punto si potrà prendere come riferimento la percentuale di dipendenti pubblici su cento o mille abitanti, per capire se noi siamo effettivamente fuori strada e, se sì, dove e perché. Se verrà fatto seriamente questo lavoro avremo qualche elemento in più per evitare di cadere nelle impressioni o nei pregiudizi, da una parte come dall'altra (perché ci sono anche coloro che dicono “no assolutamente non si tocca niente, anzi, dovremmo fare molto di più e con più dipendenti”)".

Secondo il professor Soguel gli studi hanno dimostrato che i risanamenti tramite aumenti di entrate rappresentano la soluzione meno efficace a lungo termine, in quanto l’aumento delle imposte disincentiva l’economia a produrre di più e, soprattutto, provoca l’allontanamento dei contribuenti facoltosi. Inoltre, creerebbe circoli viziosi: la soluzione a futuri problemi sarà sempre aumentare tasse ed imposte. Cosa ne pensa?

"Per me il problema principale è il rischio che si crei un’abitudine: mancano i soldi? Si aumentano le imposte. È lo stesso meccanismo dei premi di assicurazione malattia: la spesa sanitaria cresce e la soluzione automatica è alzare i premi. La spesa pubblica dovrebbe crescere al massimo in linea con le entrate; non si dovrebbero aumentare le imposte per coprire la spesa corrente. Non è un modo sano di risanare i conti. E va ribadito: stiamo pur sempre parlando di un disavanzo strutturale di appena il 2-3%".

Ma intanto, senza correzioni, il disavanzo strutturale fa gonfiare il debito pubblico.

"Questo è vero. E anche il servizio del debito aumenta nel tempo. Tuttavia, senza le due iniziative sulla sanità, senza le nuove spese imposte da EFAS e senza l’abolizione del valore locativo sarebbe stato sufficiente ritoccare il coefficiente d’imposta cantonale di un 2% e introdurre poche misure di risparmio per rimettere in ordine i conti". 

Non si sta contraddicendo?

"Parlo di interventi e adeguamenti con un impatto molto limitato sulla popolazione. Lo stesso Preventivo 2026, pur includendo uno sforzo di correzione, finirà comunque per aumentare alcune tasse: basti pensare all’adeguamento dei valori di stima immobiliare, per esempio".
 
C’è chi sostiene che il finanziamento a debito sia una possibilità della quale dovremmo avere meno paura (siamo pur sempre abbondantemente al di sotto delle situazioni debitorie di Paesi vicini come l’Italia o la Francia –ma anche gli USA).

"Sì certo, dal punto di vista puramente contabile il nostro debito è basso rispetto a quello di molti Paesi vicini. In teoria potremmo anche finanziare l’iniziativa del 10% emettendo prestiti obbligazionari, come qualcuno ha suggerito: considerato un costo di 300 milioni, a un interesse dell’1% si tratterebbe di circa 3 milioni in più nella spesa corrente annuale, una cifra tutto sommato contenuta. Ma non è così che si gestiscono tradizionalmente i conti pubblici in Svizzera. Sul lungo periodo, il debito e gli interessi si cumulano, rendendo sempre più difficile adottare misure di riequilibrio finanziario (i Paesi citati sono lì a dimostrarlo). Per darvi un’idea: quei famosi 300 milioni equivalgono all’intero costo della scuola media ticinese. Non ha senso chiedere prestiti di quelle dimensioni, se abbiamo la capacità di risolvere la questione con strumenti meno rischiosi e più sostenibili".

E infine veniamo al rompicapo delle due iniziative sui premi di cassa malattia. A suo parere il Governo potrebbe affermare -come suggerisce Soguel- che non è realistico per il Cantone applicare entrambi i testi (l’iniziativa socialista che pone un tetto ai premi e quella leghista che chiede siano interamente deducibili) allo stesso tempo? Esiste la possibilità di applicare prima l’una, aspettare gli effetti, e introdurre poi l’altra? 

"No, non è realistico, perché non sono misure complementari: agiscono su aspetti diversi e hanno beneficiari diversi. L’iniziativa leghista favorisce soprattutto il ceto medio, quella socialista riguarda una platea più ampia. Questo rende impossibile stabilire una gerarchia su quale privilegiare. Quella che costa meno o quella che aiuta più persone? Sono state anche votate lo stesso giorno e il loro mandato politico è equivalente. L’unica strada è introdurre entrambe in modo graduale, riducendone inizialmente la portata: per esempio, limitando l’aggravio dell’iniziativa leghista da 50 a 25 milioni e di quella socialista da 300 a 150. Una soluzione probabilmente accettabile anche da parte degli iniziativisti, che sanno come sia impossibile farle entrare in vigore entrambe integralmente rispettando il freno al disavanzo, ossia senza un massiccio aumento della pressione fiscale. Va ricordato che il vincolo di bilancio non l’ha imposto Berna, ma il popolo ticinese".

Inutile dunque sognare un’entrata in vigore nel 2026?

C’è anche un limite pratico che rende tecnicamente impossibile applicarle entrambe entro il prossimo anno. L’iniziativa socialista comporterebbe un numero ancora imprecisato di nuove domande di sussidio, un volume di accertamenti e calcoli ingestibile per l’apparato attuale, che richiederebbe anche adeguamenti informatici. 

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Potrebbe interessarti anche

SECONDO ME

Christian Vitta: "No all'aumento delle imposte"

IL FEDERALISTA

Casse malati, le ricette di PS e Lega sotto la lente di Bruno Cereghetti

IL FEDERALISTA

Cosa votare sulle casse malati? L'uovo di Bruno Cereghetti

IL FEDERALISTA

Andrea Gehri: "Quando lo Stato cresce a dismisura ci si deve preoccupare"

POLITICA E POTERE

Preventivo, bordate da destra e sinistra

POLITICA E POTERE

Cassa malati, le ricette di Lega e PS. Tre domande a Bruno Cereghetti

In Vetrina

MEDICI IN PRIMA LINEA

Bufera medica, Denti furibondo con Garzoni: "Basta misinformazione!"

14 NOVEMBRE 2025
LETTURE

“Terra ticinese” porta il Mendrisiotto in prima pagina

11 NOVEMBRE 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Vigezzina-Centovalli, nuova flotta al completo e ottobre da record

10 NOVEMBRE 2025
PANE E VINO

'Quattromani' di solidarietà... Filippo Colombo padrino dell'annata 2023, 10'000 franchi a Soccorso d'Inverno

08 NOVEMBRE 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Hotel Belvedere Locarno: dove business, ospitalità e benessere si incontrano

07 NOVEMBRE 2025
PANE E VINO

Al via la 9ª rassegna: 50 ristoranti e oltre 100 piatti dedicati al Pioradoro

01 NOVEMBRE 2025
LiberaTV+

POLITICA E POTERE

Caso Hospita, ecco i nuovi elementi

11 NOVEMBRE 2025
ANALISI

Il Parlamento e il processo alla Lega

12 NOVEMBRE 2025
ANALISI

CPI Hospita-Lega: no ai deputati, ecco chi

13 NOVEMBRE 2025