L'esperto analizza le due iniziative popolari su cui andremo a votare. Due proposte con buone intenzioni ma che appaiono troppo costose
di Beniamino Sani - articolo pubblicato su ilfederalista.ch
Si andrà presto al voto in Ticino, forse già a settembre, sulle due iniziative popolari che puntano ad alleggerire almeno parte della popolazione dal peso di una delle principali preoccupazioni che la affliggono: il costo della sanità, pagato attraverso i premi dell'assicurazione malattia.
Iniziativa PS: un tetto ai premi legato al reddito
L'iniziativa del Partito Socialista propone che i premi dell'assicurazione malattia non superino il 10% del reddito disponibile delle persone assicurate. Tutto ciò che eccede questa soglia verrebbe coperto dal Cantone sotto forma di sussidio.
Ne trarrebbero beneficio le famiglie ei singoli il cui reddito disponibile, ovvero un reddito stimato al netto di tutte le spese obbligate, è tale da far sì che i premi sanitari superino la soglia del 10%, una condizione che senza sussidi già oggi in campo (Ripam) toccherebbe metà della popolazione.
Iniziativa Lega dei Ticinesi: aumento della deducibilità fiscale
L'iniziativa promossa dalla Lega dei Ticinesi punta ad aumentare le soglie di deducibilità fiscale per i premi dell'assicurazione malattia a 9'000 franchi annui per le persone singole e 18'000 per i coniugi. Attualmente, le soglie di deducibilità fiscale in Ticino sono di 5'200 franchi per le persone singole e 10'500 per le coppie.
Il beneficio si otterrebbe attraverso un alleggerimento dell'imposizione fiscale, in modo da rendere meno onerosa una spesa obbligatoria come quella dell'assicurazione sanitaria. Questo tipo di intervento fiscale andrebbe un vantaggio in particolare della classe media.
Il conto è davvero salato
Il Governo ticinese si è già detto contrario ad entrambe, e con toni piuttosto allarmati. Il motivo è semplice. L'iniziativa socialista, per un limite al 10% del reddito disponibile, comporterebbe per il Cantone un sostanziale aumento della spesa pubblica . Il Consiglio di Stato stima un fabbisogno annuo aggiuntivo di circa 300 milioni di franchi , portando il totale delle risorse destinate alle riduzioni dei premi a circa 690 milioni, quasi il doppio rispetto a oggi. Si tratterebbe inoltre di una accelerazione immediata della crescita della spesa pubblica.
Sul fronte dell'iniziativa leghista per l'aumento della deducibilità fiscale dei premi, il problema principale riguarda la perdita di gettito . L'attuazione della proposta genererebbe una riduzione delle entrate fiscali pari a circa 90-100 milioni di franchi , ripartiti tra Cantone (55mio) e Comuni (45mio). Questo taglio di compromettere la capacità delle finanze pubbliche rischiando di sostenere altri servizi fondamentali, aggravando ulteriormente i vincoli di bilancio.
10% del reddito? "Sarebbe bello, ma.."
Per approfondire meriti e controindicazioni di queste due iniziative ospitiamo l'esperto di assicurazioni sanitarie Bruno Cereghetti .
Con Cereghetti cominciamo con l'affrontare la prima delle due iniziative popolari, quella socialista , che non è che una riproposizione a livello Cantonale del testo già proposto – e bocciato – nemmeno troppi mesi fa, nel giugno 2024, come iniziativa popolare federale.
Per Bruno Cereghetti essa presenta i medesimi limiti , fondandosi su due concetti tecnicamente fragili: il “reddito disponibile” e il “premio di riferimento”, entrambi definiti in modo opaco e lontani da parametri trasparenti e oggettivi.
Si tratta, secondo Cereghetti, di un'ulteriore complicazione del processo burocratico, quando invece a suo avviso la strada da seguire in realtà sarebbe quella di “semplificare l'intero sistema che aggiungere l'erogazione dei sussidi”, dato che “oggi nessuno capisce più nulla dell'impostazione di un sussidio nell'assicurazione malattia”.
Secondo l'ex dirigente cantonale, "un sistema che vuole essere equo deve essere prima di tutto comprensibile . E la situazione non è racconto proprio perché il sistema attuale si è allontanato dal calcolo iniziale basato sul reddito imponibile, che è un dato oggettivo, e ha creato il concetto di reddito disponibile, che nessuno ha mai potuto definire seriamente".
Detto ciò, anche per l'esperto Cereghetti un problema strutturale del testo socialista è la spesa aggiuntiva stimata di 300 milioni annui, la quale “risulterebbe insostenibile e costringerebbe a un aumento delle imposte, rischiando di neutralizzare l'effetto sociale della misura”. La riproposta cantonale dell'iniziativa socialista "è un'operazione frettolosa che manca del necessario approfondimento tecnico e scientifico per valutarne davvero l'impatto; possiamo dire che c'è un po' di populismo in questo . Ma - aggiunge Cereghetti - non è strano che i partiti si affollino a portare soluzioni a questo problema, che è certamente il più sentito dalla popolazione, tanto più che c'è la coscienza che anche quest'anno verrà annunciata una nuova stangata sul premio del prossimo anno: io prevedo che sarà poco inferiore al 10%”.
"Infine, come ho spiegato più di una volta", ci dice Cereghetti, " spetterebbe alla Confederazione il compito di intervenire trovando nelle proprie risorse i soldi per calmare i premi di tutti, a beneficio dei più poveri. Ma oggi non siamo certo in un momento in cui proporre a Berna l'idea di nuove spese".
Deduzioni forse troppo generose
Passiamo ora alla seconda iniziativa popolare cantonale, quella proposta dalla Lega . Essa nasce da un principio che, almeno in teoria, appare condivisibile anche secondo Bruno Cereghetti: “ Il premio dell'assicurazione malattia è una spesa obbligatoria: sarebbe logico poterla dedurre fiscalmente”. Tuttavia, aggiunge, “i problemi emergono quando si passa alla pratica”.
Il primo nodo critico è che questa deduzione non riguarda solo i premi dell'assicurazione sanitaria obbligatoria: “ Queste deduzioni rientrano nella stessa voce fiscale, che includono anche tutte le altre assicurazioni private e gli oneri legati ai redditi da capitale”. Ciò significa che a beneficiare della misura rischiano di essere anche contribuenti con redditi da investimenti elevati , e non soltanto le famiglie gravate dai premi di cassa malati.
Cereghetti sottolinea come il Ticino sia già oggi tra i Cantoni con le soglie di deducibilità più alte a livello nazionale. “Se si approvasse l'iniziativa, il Ticino arriverebbe a concedere deduzioni fiscali doppie rispetto al secondo cantone più generoso”, osserva. Insomma, si potrebbero favorire in modo sproporzionato i redditi medio-alti.
Una soluzione graduale potrebbe spuntarla
Anche l'iniziativa della Lega comporterebbe un impatto finanziario importante: “Sì, il costo è elevato”, conferma Bruno Cereghetti. “E proprio per questo motivo si stanno esplorando soluzioni intermedie.”
Tra le alternative emerse in ambito parlamentare, vi è quella avanzata dal Centro, che propone un controprogetto più contenuto: l'aumento delle soglie di deducibilità a 7'000 franchi per le persone singole e 14'000 per le famiglie, a cui aggiungere un incremento della deduzione per figli maggiorenni a carico da 1'200 a 3'000 franchi.
Da parte liberale-radicale era invece arrivata l'idea di legare le soglie di deducibilità all'evoluzione dei premi: se i premi aumentano del 10%, anche le soglie si adeguano proporzionalmente.
Dal PLR è ora giunta una proposta di sintesi: integrare in un controprogetto sia l'aumento della deduzione per figli maggiorenni a 3'000 franchi proposto dal Centro, sia un innalzamento delle soglie fiscali (ovvero la proposta leghista) ma a livelli leggermente inferiori (6'500 franchi per i single, 13'000 per le famiglie), assieme al meccanismo di approvazione progressivo nel tempo.
La Lega dei Ticinesi ha espresso un'apertura di massima a questo scenario, pur confermando l'intenzione di portare comunque alle urne l'iniziativa originaria. In questo caso, se il Parlamento dovesse sostenere il controprogetto, il voto popolare riguarderà entrambe le proposte.
Per Cereghetti, l'idea di un compromesso non è priva di logica: "I più deboli sono già aiutati dai sussidi, i più ricchi possono far fronte alle spese da soli . È la classe media a restare spesso scoperta: anche chi non è propriamente in difficoltà, ma nemmeno benestante, si ritrova sempre più sotto pressione per l'aumento dei premi. L'obiettivo delle deduzioni fiscali è proprio quello di offrire un margine di respiro a questa fascia".
Potrebbe quindi trattarsi di una strada percorribile anche a livello popolare? «Sì, se il compromesso sarà sostenuto da una solida maggioranza parlamentare, potrebbe essere ben accolto anche dagli elettori», afferma Cereghetti. "Comprensibilmente, per il PS resta una misura difficile da digerire, perché ogni intervento di sgravio fiscale è percepito come un vantaggio per i redditi più alti. Ma come detto, chi ha un reddito basso riceve già un aiuto diretto".
Cereghetti invita però a guardare oltre l'orizzonte cantonale: " Il Cantone può fare qualcosa, ma -mi ripetuto- è la Confederazione che dovrebbe intervenire con misure strutturali per contenere i premi. Altrimenti si rischia di inseguire soluzioni localmente attrattive, ma che producono effetti collaterali significativi sul piano finanziario."
In questo quadro già complesso, si è inserito un ulteriore elemento di pressione sulle già sollecitate casse cantonali: la riforma federale EFAS approvata dalla popolazione il novembre scorso, che prevede un maggior coinvolgimento dei Cantoni anche per le cure ambulatoriali – sinora finanziate quasi esclusivamente dalle casse malati – potrebbe avere un impatto ben più gravoso del previsto per il Ticino.
“Sì, e lo si poteva prevedere”, commenta Cereghetti. "Il Ticino aveva già espresso perplessità su EFAS, proprio perché risultava tra i perdenti di un'operazione che, a livello nazionale, era stata presentata come a somma zero. Il problema è che ogni Cantone ha una propria configurazione di spesa sanitaria, e in quelli più fragili strutturalmente, come il nostro, i costi del sistema sanitario sono cresciuti in modo significativo: parliamo di cura a domicilio, strutture per anziani, ospedali", conclude Cereghetti.