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11.11.2019 - 20:200

Baraonda sui ristorni. Il presidente della Lombardia benedice l'accordo da 12 milioni e mezzo: "Attuale checché ne dica l'UDC". Quadri lo striglia: "È in vena di battute!"

Il consigliere nazionale: "In qualsiasi altro posto al mondo – a partire dalla Lombardia! - davanti ad una situazione del genere, i cittadini sarebbero già scesi in strada con i forconi”

MILANO - "Grazie ai nostri lavoratori frontalieri anche quest’anno le Province avranno a disposizione risorse essenziali per potenziare i servizi e favorire investimenti sul territorio. Quest’anno le somme attribuite a titolo di compensazione finanziaria per il 2017 a Regione Lombardia, definite in base al numero dei residenti frontalieri, ammontano a 12 milioni, 517mila e 461,97 euro. Tale cifra sarà distribuita tra le diverse Province di confine interessate. Si tratta di risorse fondamentali e di vitale importanza per favorire la crescita e lo sviluppo". Parole di Alessandro Fermi, presidente del Consiglio regionale della Lombardia, riportate oggi dall'agenzia di stampa askanews.it.

 

Fermi è andato oltre le comunicazioni di rito spingendosi in valutazioni politiche sui ristorni: "L’accordo attuale, pur risalendo al 1974, resta più che mai valido e attuale, nonostante le dichiarazioni strumentali e propagandistiche dell’UDC ticinese", ha detto. E ha invitato lo Stato italiano ad adottare “ogni iniziativa utile nei confronti della Confederazione Elvetica a tutela dei nostri cittadini e dei Comuni italiani per mantenere in vigore le condizioni contenute in tale accordo”.

 

Non si è fatta attendere una replica dal Ticino. “Secondo il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, la Convenzione tra Svizzera ed Italia che regola i ristorni dei frontalieri sarebbe perfettamente valida ed attuale – scrive in una nota il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri -. Evidentemente, il signor Fermi è in vena di battute. Tale Convenzione sarà forse “valida ed attuale” per i vicini a sud, che se ne avvantaggiano alla grande a scapito del Ticino. Tanto più che in Consiglio di Stato, incomprensibilmente, non si trova una maggioranza disposta a bloccare i ristorni appoggiando la proposta leghista in tal senso. Ma di certo non è attuale per noi. E men che meno valida”.

 

Per buona pace del Signor Fermi, prosegue Quadri, la Convenzione del 1974 è infatti stata sottoscritta quando:

-      Non c’era la libera circolazione delle persone;

-      Era in vigore il segreto bancario;

-      Il Belpaese non aveva inserito la Svizzera su liste nere, grigie o zebrate.

Questi presupposti non sono più dati da anni, sicché la Convenzione deve saltare. È evidente che su questo chiodo la Lega continuerà a battere ad oltranza. In Ticino e soprattutto a Berna. Tanto più che:

-      L’Italia rifiuta di sottoscrivere il nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri: è dal 2015 che mena il can per l’aia;

-      L’accordo sottoscritto con l’Austria (post-libera circolazione) prevede ristorni assai inferiori: il 12.5%, contro il 38.8% graziosamente concesso alla Penisola;

-      Il Lussemburgo, per i suoi frontalieri, non versa assolutamente nulla!

Quindi, via la Convenzione del 1974 e via anche la devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, che ha provocato l’invasione del Ticino con 70mila frontalieri: su questo tema avremo modo di votare la prossima primavera. In qualsiasi altro posto al mondo – a partire dalla Lombardia! - davanti ad una situazione del genere, i cittadini sarebbero già scesi in strada con i forconi”.

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