"Ci attendiamo un deciso cambio di passo da parte del Dipartimento del Territorio e del suo direttore”
BELLINZONA – “Il settore agricolo ha ragione: in Ticino, sul fronte del lupo, la situazione è fuori controllo”. Così esordisce Lorenzo Quadri in un editoriale dai toni durissimi pubblicato sulla prima pagina del Mattino della domenica, dove punta il dito contro la gestione cantonale del fenomeno e sollecita misure radicali. Il fotomontaggio mostra lupi famelici che terrorizzano degli allievi delle elementari, riferimento chiaro al caso di Artore, dove un lupo ha sbranato due pecore a pochi passi da un asilo.
Secondo il consigliere nazionale leghista e direttore del settimanale, non basta attribuire ogni responsabilità alla Confederazione o alla Convenzione di Berna, dalla quale, ricorda, la Lega chiede da tempo di uscire. I numeri parlano chiaro: “Se nel periodo tra il 1° febbraio 2024 e il 31 gennaio 2025 in Vallese sono stati abbattuti 35 lupi, nei Grigioni 48, mentre in Ticino appena 3, vuol dire che qualcosa non torna a livello cantonale”.
Quadri respinge con forza le accuse rivolte agli allevatori: “Ne abbiamo piene le scuffie di sentire che le continue predazioni sarebbero ‘colpa’ degli allevatori che non proteggerebbero a sufficienza le greggi”, ricordando che “in Ticino il 70% degli alpeggi non è neppure proteggibile”. E boccia anche le argomentazioni ambientaliste: “Ne abbiamo piene le scuffie di menate sulla biodiversità: il lupo è nocivo anche per la biodiversità”.
Il suo messaggio è inequivocabile: “Bisogna solo decretare il fuoco libero sul lupo! E con pallottole vere e risolutive: altro che ‘tiri dissuasivi’ con proiettili di gomma! Il pernicioso predatore deve sparire dal nostro Cantone”.
Quadri lancia anche un avvertimento inquietante: “Il giorno in cui un lupo aggredirà un bambino o un anziano non è lontano! E quando accadrà, chi se ne assumerà la responsabilità? I burocrati di Bellinzona? Gli animalisti da salotto urbano disconnessi dalla realtà?”
Nel finale, l’editoriale tocca anche il nodo politico dell’arrocco tra i ministri leghisti Norman Gobbi e Claudio Zali, definito da Quadri con ironia come un “arrocchicchio”:
“Nel governicchio cantonale c’è stato solo un arrocchicchio invece dell’arrocco chiesto dai due ‘ministri’ leghisti. Ciononostante, sul tema lupo, ci attendiamo un deciso cambio di passo da parte del Dipartimento del Territorio e del suo direttore”.