"Non è accettabile il silenzio dei quadri e, in particolare, del Comandante. Gli appelli meritano risposte, non indifferenza"

di Fabio Rezzonico *
Negli ultimi giorni, il segnale di disagio espresso da una parte della nostra Polizia non può passare inosservato. Le parole degli agenti, rispettose ma chiare, rappresentano un grido di allarme civile che merita attenzione, non silenzi o minimizzazioni. Viviamo in un periodo complesso, dove le tensioni sociali crescono, il rispetto per le istituzioni si indebolisce e chi indossa un’uniforme si trova troppo spesso bersaglio di critiche, scherni o diffidenza. Eppure, la Polizia resta il primo e spesso unico punto di riferimento certo per il cittadino nel momento del bisogno. Sono donne e uomini che, armati di competenza, coraggio e senso del dovere, garantiscono sicurezza e ordine anche quando la società sembra smarrirsi.
Per questo, chi guida le istituzioni ha il dovere di ascoltare e di agire. Non è accettabile che un disagio così profondo venga banalizzato o derubricato a semplice malumore interno. Ancor meno lo è il silenzio dei quadri e, in particolare, del Comandante: un corpo di Polizia che lancia un appello merita risposte, non indifferenza. Il benessere degli agenti, la chiarezza organizzativa, la formazione e la fiducia nelle gerarchie non sono aspetti secondari: sono la condizione necessaria affinché la Polizia possa svolgere il proprio compito con serenità ed efficacia.
Una forza di polizia sotto pressione, non ascoltata, è una società più fragile. Non serve sdrammatizzare, serve agire. Serve un impegno reale per ricostruire un clima di fiducia, per dare voce e sostegno a chi ogni giorno tutela la nostra sicurezza. Sostenere la Polizia non significa difendere un’istituzione contro qualcuno, ma difendere l’idea stessa di una comunità sicura, giusta e coesa.
* Vicepresidente PLR, Sezione di Lugano