TELERADIO
Maristella Polli fa le pulci a un '60 Minuti' "troppo lungo e a volte noioso. Come cambiarlo?"
"La domanda a questo punto però è la seguente: dipende dal conduttore? Dipende dagli ospiti? Dipende dall’orario in cui lo si programma?"

di Maristella Polli (da Opinione Liberale) *

 

“60 minuti” per comprendere meglio le tematiche politiche, ambientali, lavorative dei nostri tempi. Una trasmissione RSI che da diverse stagioni ci accompagna. Ma, detto in termini molto semplici, forse ha perso la sua attrattività e la sua freschezza.

 

Mi rendo conto che rinnovarsi in questo ambito è difficile e lo dimostrano molto bene ad esempio trasmissioni su canali RAI come Porta a Porta che comunque sopravvivono da decenni. La domanda a questo punto però è la seguente: dipende dal conduttore? Dipende dagli ospiti? Dipende dall’orario in cui lo si programma? Affezionarsi ad una testata giornalistica o politica è difficile ma la scelta è legata proprio allo stile, all’approfondimento, alla competenza di chi la propone. E forse per noi il mix di tutto ciò è superficiale e non è fidelizzante.

 

Cambiare sì, ma in che modo, con un rinnovamento pensato e ponderato, e che forse sia meno formale, più stimolante, più coinvolgente? Mi rendo conto che non è facile realizzare nuove proposte per una regione che offre spunti limitati, ospiti ripetitivi, tematiche non interessanti; ma se pensassimo di uscire dagli schemi, di coinvolgere il resto della nostra nazione? Abbiamo cittadini svizzeri Oltre Gottardo, ticinesi o italofoni, che potrebbero essere facilmente coinvolti soprattutto per temi di carattere federale. Insomma così facendo rivitalizzeremmo il programma evitando di essere un “60 minuti” troppo lungo, a volte anche noioso, che non alletta il telespettatore a seguirlo con regolarità.

 

La RSI ha le risorse per ripensare una nuova proposta forse più snella e elegantemente attrattiva che possa veramente piacere al nostro pubblico. Le mie riflessioni, e continuo a dichiararlo, devono essere interpretate come suggerimenti non solo da persona che conosce i media, ma anche da telespettatrice attenta e assidua dei nostri programmi radiotelevisivi, e che ascolta con interesse i pareri di molta gente.

 

Concludo rammaricandomi che, come ha dichiarato Roberto Stoppa su OL venerdi scorso, ancora una volta si è persa l’occasione di continuare ad avere contatto con un pubblico che ci segue fedelmente da decenni e che ci aiuta a trasmettere la nostra svizzeritudine oltre i confini.

Infine si sono ignorati bellamente i circa 2'000 abbonati nella Svizzera italiana che a partire da lunedì scorso si sono visti oscurare i canali RSI sul digitale terrestre! Ricordo ancora la pubblicità quando il digitale terrestre sostituì l’analogico, ricordo i decenni in cui l’allora RTSI diffondeva i suoi programmi sul territorio italiano fino a Napoli, e non dimentico tutte le discussioni che seguirono quando in Italia nacquero le TV private. Immagini che sbiadiscono inevitabilmente ma che forse tenevano presente non solo risparmi finanziari ma anche la volontà della popolazione. Buona visione!

 

* deputata PLR in Gran Consiglio

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