La lettera di Marchionne:"Caro collega, esiste un mondo in cui le persone non lasciano che le cose accadono. Le fanno accadere"

La missiva che il manager inviava a tutti in neo assunti in FCA: "Chi abita in quel luogo non vive mai lo stesso giorno due volte..."

TORINO - “Cara/o Collega….”. Si rivolgeva così Sergio Marchionne ai nuovi assunti alla Fiat Chrysler Automobiles (FCA), il gruppo automobilistico che fino allo scorso weekend ha diretto per oltre un decennio. Il manager, infatti, usava inviare una lettera ai lavoratori che cominciavano il loro percorso lavorativo in azienda. Una lettera di benvenuto ma anche motivazionale, per imprimere immediatamente la sua filosofia ai neo dipendenti.

Dagospia ha pubblicato il testo integrale della missiva. “Esiste un mondo - scriveva Marchionne - in cui le persone non lasciano che le cose accadano. Le fanno accadere. Non dimenticano i propri sogni nel cassetto, li tengono stretti in pugno. Si gettano nella mischia, assaporano il rischio, lasciano la propria impronta. È un mondo in cui ogni nuovo giorno e ogni nuova sfida regalano l’opportunità di creare un futuro migliore”.

“Chi abita in quel luogo - aggiungeva il manager che si trova in fin di vita all’ospedale di Zurigo - non vive mai lo stesso giorno due volte, perché sa che è sempre possibile migliorare qualcosa. Le persone, là, sentono di appartenere a quel mondo eccezionale almeno quanto esso appartiene loro. Lo portano in vita con il loro lavoro, lo modellano con il loro talento. V’imprimono, in modo indelebile, i propri valori”.

“Forse - concludeva - non sarò un mondo perfetto e di sicuro non è facile. Nessuno sta seduto in disparte e il ritmo può essere frenetico, perché questa gente è appassionata – intensamente appassionata – a quello che fa. Chi sceglie di abitare là è perché crede che assumersi delle responsabilità dia un significato più profondo al proprio lavoro e alla propria vita”.

“Benvenuta in quel mondo. Benvenuta in Fiat Chrysler Automobiles”. Firmato Sergio Marchionne, Chief Exetcutive Officer.