È in corso a Lugano la seduta straordinaria del Gran Consiglio per discutere dell'arrocchino. Governo sulla difensiva. Pioggia di critiche
LUGANO - “La montagna ha partorito un topolino, quando poteva essere almeno un gatto selvaticoâ€. Forse alla fine, nella memoria delle cronache, non resterà che questa metafora di Daniele Piccaluga. Una metafora di bersaniana memoria e dal significato incerto, consegnata ai verbali parlamentari nel corso della seduta straordinaria del Gran Consiglio, riunito al Palazzo dei Congressi di Lugano per discutere dell’arrocchino.
Presenti quattro quindi del Governo, assente (annunciatissimo) Claudio Zali. Il Consiglio di Stato ha deciso di affrontare il Parlamento giocando sulla difensiva. Il presidente Norman Gobbi, rispondendo alle interpellanze di ogni colore, si è limitato a fornire una lettura burocratica degli avvenimenti e delle decisioni assunte dal Collegio. In sintesi: il Governo ha detto “no†sia all’arrocco che al mezzo arrocco. Ha invece accolto la richiesta di Claudio Zali di occuparsi di magistratura e di Norman Gobbi di rinunciare alla conduzione politica della polizia (causa prossimo processo per i due poliziotti, nell’ambito del famoso incidente in Leventina). E per ricompensare i carichi di lavoro ha affidato a Gobbi la divisione delle costruzioni di Zali. Tutto qui, per il Governo.
Inevitabile l’insoddisfazione degli interpellanti. Insoddisfazione che, per Gobbi, è dovuta al fatto che si è dato “un peso alla questione che non è proporzionata Il Consiglio di Stato era tranquillo quando ha preso questa decisioneâ€. Era inizio luglio, a Bedretto, e insomma non se l’aspettavano il polverone che ne è seguito (culminato nella seduta straordinaria odierna).
Il resto della discussione è la replica, più o meno esatta, del fiume di parole scorso negli ultimi mesi. Al pulpito si susseguono gli interventi dei prim’attori della politica cantonale. Le critiche, con accenti diversi, piovono sui ministri che ascoltano impassibili. Critiche che giungono anche dal coordinatore della Lega Piccaluga, che punge la maggioranza governativa per non aver accolto l’arrocco completo - vedi metafora iniziale - ma difendendo a spada tratta l’azione del Movimento e dei suoi ministri. Da una parte e dall’altra argomenti triti e ritriti, ormai consunti, da disco rotto.
Non resta da capire se il Gran Consiglio accoglierà la proposta dell’MPS - il movimento che ha promosso con successo la seduta straordinaria odierna - di votare una risoluzione che invita il Governo a fare marcia indietro. Un’altra risoluzione, a firma socialista, chiede in modo meno perentorio di riconsiderare la questione. Auspici, in ogni caso, poiché l’esclusiva competenza sulla questione è del Governo.
AELLE