LUGANO - Ha commosso tutti la visita a Lugano di Liliana Segre. La senatrice italiana, sopravvissuta all’Olocausto, ha raccontato ieri la sua esperienza a 500 liceali ticinesi nell’aula magna dell’Università della Svizzera italiana.
All’incontro erano presenti diversi rappresentanti delle autorità cantonali e comunali. Tra questi anche il ministro Manuele Bertoli, che ha voluto chiedere scusa a Liliana Segre. Lei e la sua famiglia, furono infatti respinti alla frontiera di Arzo nel 1943 da un ufficiale svizzero. Quel divieto d’ingresso nel nostro Paese, de facto, li condannò al campo di concentramento. Aveva 13 anni e tornò viva solo lei.
“È stata vittima - ha detto Bertoli - di leggi sbagliate, quelle italiane, ma anche quelle del nostro paese. Qui, ha chiesto asilo ma la Svizzera non lo ha concesso. Lo ha fatto in altri casi, ma non nel suo. Anche se non ne ho l'autorità, il compito spetterebbe alle autorità nazionali, le chiedo scuso sia a titolo personale che come esponente del Governo cantonale, sperando che errori del genere non si ripetano”.
Liliana Segre, dal canto suo, ha ringraziato Bertoli per il pensiero. La senatrice ha aggiunto di non provare alcun risentimento verso il nostro Paese ma soltanto verso quell’ufficiale che condannò a morte la sua famiglia.