Il presidente del Governo a tutto campo e senza peli sulla lingua a Detto tra noi, su TeleTicino

La “gola profonda”? “Un mitomane”. Il caso Hospita? “Una bolla di Palazzo”. La “combine” tra Eolo Alberti e Sabrina Aldi? “È fattuale”. Obiettivo dell’inchiesta affidata all’avvocato Enea Petrini? “Fare il bene della Lega. Non mettere il naso negli affari di altri”. Norman Gobbi show questa sera a Detto tra noi, la trasmissione condotta da Andrea Leoni su TeleTicino. Il presidente del Governo, che all’epoca dei fatti era non solo ministro delle Istituzioni ma anche coordinatore della Lega, ha raccontato la sua versione dei fatti sul caso che sarà probabilmente oggetto di una commissione parlamentare d’inchiesta.
“Questa - ha detto - è una delle tante bolle di palazzo in cui ogni tanto ci rinchiudiamo, dimenticando che magari i problemi ticinesi sono quelli dei premi di cassa malati e non sicuramente il caso Hospita. Questo non significa sminuire una situazione che ha avuto un epilogo penale (il rinvio a giudizio di Eolo Alberti, coazionista di Hospita, ndr). Si trattava di dar seguito a delle voci che richiedevano degli approfondimenti. Quindi la Lega ha fatto degli approfondimenti come associazione ai sensi del Codice civile svizzero e non come istituzione. La Lega ha fatto delle verifiche proprio per verificare se queste voci fossero reali, a tutela propria”.
Le voci provenivano dalla “gola profonda” - un leghista della prima ora, tra l’altro cugino di Alberti, che ha raccontato alcuni dettagli di presunte malversazioni a una poliziotta. Gobbi, interrogato dal Procuratore generale come persona informata dei fatti, ha detto di non aver mai avuto la sensazione che dalla conversazione con il confidente emergessero reati penali. Ma poi, gli ha chiesto Leoni, “con questa fonte hai continuato a intrattenere rapporti?”. Lui ha risposto che cerca di stare alla larga dai mitomani: “Io con i mitomani faccio un po' fatica a intrattenere rapporti”.-
Gobbi ha poi parlato del ruolo di Petrini. Leoni: “Sulla base di queste voci, voi Lega decidete di guardarci dentro e questa vicenda, e dite: “Diamo un mandato a Enea Petrini per verificare se queste voci sono vere o non sono vere. Poi però viene fuori che Enea Petrini è il legale della famiglia Alberti, c'è anche una prossimità, forse un'amicizia.
Risposta: “Si trattava comunque una verifica su una SA, quindi una società anonima esterna alla Lega, esterna al mondo politico, una cosa privata. Questo credo sarà anche uno dei problemi che dovrà affrontare la Commissione parlamentare d’inchiesta. È una situazione completamente esterna e, per poterlo fare, ci voleva anche un rapporto di fiducia (con il consulente, dunque con Petrini, ndr). Gli azionisti di Hospita hanno dato il loro ok, quindi a me, o a chi ha fatto la verifica, o al coordinamento della Lega, bastava quello. Non stava a me verificare se c’era il consenso di tutti (Camponovo, azionista di minoranza, non fu informato dell’inchiesta, ndr). In ogni caso, il rapporto Petrini non è mai stato convalidato. Non l'ho redatto io, quindi non posso valutarlo”.
Petrini è anche membro del Consiglio di amministrazione di BancaStato. è stato giusto, gli chiede Leoni, affidarlo a lui questo mandato, ed è giusto che resti nel Consiglio di amministrazione di BancaStato?
Risposta di Gobbi: “Come si dice in ticinese, è una mutanda slavaggiata. In base a come il culo sta su o non sta su. Scusami il gergo un po' diretto, ma da Norman. Perché quando si parla di opportunità è sempre quella cosa variabile, che a dipendenza di chi la porta o della situazione può stare su o non può stare su. Tutto il resto lasciamo alla banca valutare questa cosa e a lui personalmente valutare questa cosa”.
Domanda: “Non ti è venuto il dubbio, in questi mesi, di dire: “Ma che cavolo, abbiamo sbagliato a fare questa cosa?”.
Risposta: “Anche qui, come ho detto prima, è una questione d'opportunità. Il mio obiettivo, così come quello di tutto il coordinamento, era fare il bene alla Lega e tutelare la Lega. Cosa che poi abbiamo fatto, tant'è che abbiamo espulso due persone dal movimento. E questo era l'obiettivo, non era fare e mettere il naso negli affari degli altri, era tutelare la Lega. E questo è sempre stato al centro, proprio perché quando due persone non dichiarano quello che erano i loro interessi personali…
E questa è la famosa “combine” di cui tu hai parlato… “Esatto, perché mai nessuno ci ha detto che i due erano d'accordo che uno subentrasse all'altro (Eolo Alberti entra nel CdA dell'Ente ospedaliero e Sabrina Aldi gli subentra come direttrice di Hospita, ndr). E questo ha dato fastidio a me e a molti. Se questa combine è provata? È fattuale, nel senso: magari non l'hanno pensata prima, ma è lì da vedere dopo.
Alla fine Alberti e Camponovo sono stati espulsi dalla Lega (la prima si è dimessa). “L’elemento dell'espulsione - ha detto Gobbi - è stata la lealtà, la mancanza di lealtà nei confronti del movimento. E questo dice tutto.
L'ultima domanda di Leoni sul caso Hospita riguarda il credito Covid: a un certo punto vengono 350 mila franchi di questo credito Covid di Hospita per un'operazione immobiliare. BancaStato ferma l'operazione, dice: Non si può fare, rimettete i soldi dove erano. Questo elemento, tra l'altro, finisce nell'atto d'accusa, quindi è un elemento importante. Ma la domanda è: voi leggete questa cosa e non vi ponete il dubbio che forse una segnalazione in Procura?
Risposta: “La segnalazione doveva farla semmai la banca, che è l'organo che era previsto per vigilare. Ma evidentemente sfuggiva anche alla nostra capacità di giudizio. Io non sono giurista, prima di tutto, ma oltretutto nel rapporto si diceva: l'hanno utilizzato e poi l'hanno rimborsato. Semmai toccava potenzialmente alla banca fare la segnalazione dell'utilizzo proprio di questi fondi. In Ticino abbiamo aperto più di un caso penale, spesso e volentieri proprio grazie alle segnalazioni delle banche”.
Per chiudere: “Che ruolo ha avuto il tuo collega Claudio Zali in tutta questa vicenda?”
Rsiposta: “Era anche lui parte del coordinamento, quindi era osservatore della situazione. Era presente anche lui”.
“E quindi, alla luce di tutta questa chiacchierata che abbiamo fatto, secondo te la CPI è…”
Risposta: “Se il Parlamento vorrà farla, servirà anche a chiarire tanti aspetti, ma rischia di creare del guazzabuglio politico, come spesso succede. Spero che venga ben delimitato il perimetro di competenza e di operatività della Commissione, proprio per evitare che diventi un tribunale politico”.