Il coordinatore della sottocomissione: "“Alcune persone estremamente importanti per capire quanto era avvenuto, con una rilevanza pubblica, non si sono messe a disposizione..."

BELLINZONA - La sottocommissione parlamentare speciale istituita in agosto per fare luce sulla vicenda della “inchiesta privata” e del cosiddetto “rapporto segreto” promossa da esponenti leghisti sul caso Hospita ha deciso oggi di proporre al Gran Consiglio di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta (Cpi) “rafforzata”, cioè affiancata da figure tecniche chiamate a supportare i lavori.
“Come sottocommissione abbiamo esaurito il margine di quello che potevamo fare”, ha dichiarato il coordinatore della sottocommissione Fabrizio Sirica (Ps), sottolineando come il gruppo abbia lavorato per oltre due mesi e come nel frattempo siano emerse ulteriori informazioni rispetto a quelle già note pubblicamente, gestite – ha precisato – “con estrema riservatezza”.
Uno dei punti chiave che hanno portato alla richiesta di una Cpi è il fatto che alcune figure politiche di rilievo non si sono presentate alle convocazioni. “Alcune persone estremamente importanti per capire quanto era avvenuto, con una rilevanza pubblica, non si sono messe a disposizione. Non c’è infatti un obbligo di rispondere alla convocazione e mostrarsi collaborativi”, ha spiegato Sirica, indicando questa mancanza come un limite oggettivo al lavoro della sottocommissione. Sirica non fa i nomi, ma da quanto si apprende nei corridoi di Palazzo i nomi sono quelli del ministro Norman Gobbi, dell’attuale coordinatore della Lega Daniele Piccaluga, del suo vice Alessandro Mazzoleni e dell’ex deputato Enea Petrini, autore del rapporto sul caso Hospita.
“Da deputato - afferma il copresidente del Partito socialista interpellato da liberatv - quasi mi vergogno di fronte alle cittadine e ai cittadini per dover proporre la costituzione di un organo di verifica sull’ennesimo caso che coinvolge la politica. Ma credo che vada fatto in nome della trasparenza. Però, stamattina, leggendo il codice etico destinato ai magistrati redatto dal Consiglio della magistratura mi sono chiesto se piuttosto non sia il caso di scrivere un codice etico destinato ai politici”.
La sottocommissione si era data quattro obiettivi principali che saranno poi, sostanzialmente, quelli della futura Cpi nel caso in cui il Parlamento ne approvi la costituzione:
1. valutare la legittimità e l’opportunità che uno o più consiglieri di Stato e granconsiglieri, in particolare della Lega, promuovessero un’inchiesta privata su un’azienda privata;
2. valutare la legittimità e l’opportunità del mandato conferito all’avvocato Enea Petrini, membro del Consiglio di amministrazione di BancaStato e nel contempo legale, in altre vicende, di una delle parti coinvolte (Eolo Alberti);
3. verificare la natura delle informazioni in possesso dei consiglieri di Stato leghisti nelle diverse fasi della vicenda, con particolare attenzione all’eventuale presenza di elementi di illecito e alle modalità con cui tali informazioni sarebbero state trattate;
4. approfondire le dichiarazioni del direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, che aveva parlato esplicitamente di una “combine”, e verificare cosa abbia fatto di queste informazioni.
La sottocommissione è composta, oltre che da Sirica, da Samantha Bourgoin (Verdi), Natalia Ferrara (Plr), Tiziano Galeazzi (Udc) e Fiorenzo Dadò (Centro), che ha preso parte ai lavori nonostante l’inchiesta per falsa testimonianza che lo riguarda. Nessun rappresentante della Lega siede nel gremio: il Movimento ha infatti deciso fin dall’inizio di rinunciare a un proprio membro, ritenendo inopportuno partecipare a verifiche che coinvolgono diversi suoi alti esponenti.
Ora la palla passa al Gran Consiglio, chiamato a decidere se dare seguito alla proposta e istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta rafforzata per proseguire in modo più approfondito l’accertamento dei fatti.